Gli osservatori puntano il dito sulle storture del bando
(Rinnovabili.it) – Nessun punto ricarica superveloce su superstrade e strade extraurbane. Le imprese che hanno partecipato al bando in questa sezione non sono state ammesse. E molte regioni non vedranno neppure una colonnina nel 2023 da fondi PNRR. Così, la mappa dell’Italia per auto elettriche disegnata finora è un’accozzaglia di “isole” non collegate tra loro. È l’esito molto amaro del bando PNRR colonnine ricarica (i decreti erano stati pubblicati a gennaio).
L’unico lato positivo è il numero di punti ricarica assegnati: saranno 4.718 le colonnine elettriche che saranno installate entro 12 mesi, anche se solo nei centri urbani. Un balzo in avanti del 10%: a fine marzo 2023 il numero di punti era 41.173, il 57% dei quali in Nord Italia. Numeri su cui il MASE gongola definendo il risultato “particolarmente positivo” perché l’obiettivo di questo bando PNRR colonnine ricarica era fissato a quota 4.000.
L’importo complessivo è 70 milioni di euro, comunica il ministero in una nota. Secondo i requisiti del bando, in città le colonnine dovranno avere una potenza di almeno 90 kW (ricarica rapida). Il finanziamento sosterrà fino al 40% dei costi di realizzazione delle stazioni di ricarica.
I problemi del bando PNRR colonnine ricarica
Ad aggiudicarsi praticamente tutta la torta sono stati i big del settore, soprattutto Be Charge (Eni) ed Enel X Way. Un esito che era stato ampiamente previsto e che dipende soprattutto da storture del bando: tempi di presentazione dei progetti strettissimi (28 giorni) e ambiti territoriali da coprire molto ampi (anche di portata regionale) che mettono in difficoltà le imprese di dimensioni minori. Tant’è vero che nonostante i 4.700 nuovi punti ricarica in programma, nessuno di questi sarà in Sardegna, Calabria e parte della Sicilia.
Non sorprende, quindi, che la parte del bando PNRR colonnine ricarica legato alle superstrade sia andato a vuoto. “Non è stato possibile selezionare progetti, in quanto le poche proposte progettuali presentate non avevano i requisiti di ammissibilità alla misura” fa sapere il MASE, che aveva ricevuto proposte per installare colonnine extraurbane in Trentino, Veneto, Campania e Friuli e che stimava, in base alle risorse disponibili, di poterne finanziare 2.500. “Il Ministero si è già attivato con gli operatori interessati per individuare le motivazioni che hanno portato alla scarsa adesione, al fine di adottare le misure più opportune per stimolare una più ampia partecipazione”.