Quando si tratta di trasporto a zero emissioni, il nord Europa non ha rivali. La Danimarca guida la classifica con il 78% di nuovi mezzi elettrici acquistati nel 2019
Da T&E i cinque passaggi fondamentali per portare gli autobus elettrici nelle città europee
(Rinnovabili.it) – Gli autobus elettrici urbani aiutano a combattere l’inquinamento atmosferico cittadino, a contrastare i cambiamenti climatici, a ridurre il rumore e ad alleggerire i costi di rifornimento. Ottime caratteristiche sulla carta, ma nella pratica quanto sono diffusi questi mezzi? A rispondere è oggi l’ong T&E con una classifica dei bus ecologici (full elettric e a idrogeno) acquistati nei Paesi europei. I dati risalgono alla fine 2019, inizio 2020 ma offrono uno spaccato interessante sui trend del settore trasporti. Ma, soprattutto, dividono in due il Vecchio Continente: da una parte troviamo molte nazioni nordeuropee le cui nuove immatricolazioni puntano alle zero emissioni; dall’altra, chi armeggia ancora con il diesel e piccole percentuali di mezzi a gas o ibridi.
Prima della classe, la Danimarca che nel 2019 ha preferito autobus elettrici puri nel 78% dei nuovi acquisti. Seguono Lussemburgo e Paesi Bassi dove circa due terzi dei nuovi bus erano a emissioni zero.
Leggi anche Moving e, il bus a idrogeno che diventa un generatore d’emergenza
In Svezia, Norvegia e Finlandia le percentuali si abbassano, pur rimanendo sopra la media europea; nel dettaglio il 26%, 24% e 23% delle rispettive immatricolazioni 2019 risultava essere mezzi “ecologici” (elettrici o idrogeno). In ritardo, invece Italia, Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia. Il dato appare scoraggiante soprattutto perché queste nazioni rappresentano il 70% degli acquisti di autobus effettuati nel mercato europeo.
Tuttavia, fa notare T&E, Berlino ha compiuto progressi significativi nel 2020 e il governo finanzia attualmente l’80% del prezzo di acquisto per gli autobus elettrici. Da parte sua, Varsavia ha annunciato che nelle città con più di 100.000 abitanti tutti i trasporti pubblici saranno completamente elettrificati entro il 2030, stanziando 290 milioni di euro per l’obiettivo.
“Le flotte di autobus urbani percorrono milioni di chilometri ogni anno”, commenta James Nix, responsabile merci presso T&E. “Se vogliamo decarbonizzare le nostre città, questi veicoli devono diventare privi di emissioni il prima possibile. Gli stati nordici […] stanno mostrando come mettere in circolazione gli autobus elettrici. Altri paesi, in particolare quelli che acquistano molti bus, come Italia, Spagna e Francia, e quelli all’inizio della transizione, come l’Austria, devono intensificarli“.
Per aiutare le nazione nella decarbonizzazione del TPL, l’organizzazione ha redatto un rapporto che identifica alcuni passaggi chiave per portare gli autobus elettrici su strada. Il documento parte da casi di successo reali e implementabili a livello europeo.
I 5 punti chiave per aumentare la diffusione degli autobus elettrici
1) La leadership politica. Gli autobus elettrici richiedono lo sviluppo di infrastrutture e sistemi estesi e le giuste politiche possono stabilire forti rapporti di cooperazione tra le parti interessate. Questo a sua volta porta alla condivisione delle conoscenze e alla costruzione di alleanze necessarie.
2) Il sostegno finanziario è fondamentale per il lancio di e-bus, e l’analisi dei costi totali di proprietà (TCO) mostra sempre un numero sempre maggiore di questi mezzi ha costi di vita inferiori rispetto ai veicoli diesel.
3) Test, monitoraggio e valutazione: azioni imprescindibili al fine di garantire che la tecnologia funzioni in modo ottimale per tutta la sua durata e raggiunga i risultati desiderati;
4) Appalti proattivi e innovativi per gettare le basi per un’implementazione di e-bus di successo ed economica
5) Una progettazione ponderata e integrata dei servizi di e-bus, completa, pratica e incentrata sull’utente.