Le immatricolazioni di nuove auto in Italia sono al di sotto di 1,78 milioni, dati allarmanti secondo Anfia, che definisce l’industria di “automotive a rischio estinzione“, quando per il secondo anno consecutivo le nuove automobili immatricolate sono al di sotto delle aspettative, 350mila in meno rispetto al 2019. Il ministro Urso punta molto sull’incontro con Stellantis, il prossimo 17 dicembre, il primo del dopo Tavares, l’AD che ha lasciato l’incarico, nella speranza che sia “l’inizio di un nuovo corso di piena responsabilità sociale da parte di questa grande multinazionale che ha radici in Italia e che ritengo che debba manifestare orgoglio per il Made in Italy che è il simbolo di eccellenza nel mondo” le parole del numero uno del Mimit nel corseo della conferenza di Anfia, l’associazione che riunisce l’industria nazionale dell’auto e la componentistica.
Anfia appoggia l’Italia su revisione stop auto
Anche per il Presidente Anfia, Roberto Vavassori così come il non paper presentato dall’Italia insieme alla Repubblica Ceca alla Commissione Ue, parte del problema industriale è legato a “scelte sbagliate o intempestive o, ancor peggio, il rifiuto ideologico di ammettere che decisioni prese nel 2018 non stanno oggi conseguendo i risultati attesi, condannerebbero l’intero settore automotive europeo all’estinzione, vittima a livello mondiale con l’impossibilità di esportazione e a livello continentale con l’arrembante crescita dell’industria veicolistica cinese“. Insomma il j’accuse anche in questo caso è rivolto alla strategia europea della transizione energetica del comparto automotive.
L’Italia come può uscire dalla crisi auto?
Sono state individuate alcune misure da applicare nell’immediato a favore della filiera:
- la riduzione del costo dell’energia,
- un credito d’imposta per la ricerca,
- l’innovazione
- chiesti ammortizzatori sociali straordinari per i prossimi 3 anni
Anfia, inoltre, sottolinea l’importanza del ruolo di Stellantis, che definisce “un unico costruttore di volume che deve ‘riappassionarsi’ in maniera razionale al nostro Paese, alla filiera dei suoi componentisti, ai suoi stabilimenti e mirare alla conquista di oltre 1 milione di consumatori che oggi scelgono vetture non prodotte nel nostro Paese“. La critica è evidente.
Intanto il numero uno in Europa di Stellantis, Jean- Philippe Imparato, in un videomessaggio di 4 minuti inviati ai dipendenti del gruppo, spiega la situazione e la direzione, e come prima cosa evidenzia “non siamo in crisi, siamo solidi. Numero due: dobbiamo vendere più auto, ricambi, servizi e finanziamenti perché abbiamo bisogno di sviluppo; oggi siamo troppo lenti, perché siamo un’organizzazione complessa“. Nelle stesse ore esce un’intervista rilasciata alla Rai, in cui afferma che Mirafiori tornerà a produrre 100mila vetture l’anno, con la nuova 500e e la 500 ibrida.
Non manca un cenno all’incontro del 17 dicembre al Mimit: “La mia intenzione è arrivare al tavolo del 17 dicembre con il ministro Urso con una risposta che sia la più chiara possibile per tutte le fabbriche“.
Mirafiori non chiuderà
Al termine dell’incontro con i sindacati, sempre Imparato ha affermato che la fabbrica storica di “Mirafiori non si estinguerà, abbiamo un piano per il futuro dello stabilimento che ci permette di guardare al 2032-2033… la nuova generazione di 500 sarà fatta a Mirafiori quindi se portiamo qui nuove vetture, non può andare verso l’estinzione“.
Melfi sospende produzione, stabilimento Atessa in sciopero
Nel frattempo per carenza di componenti, l’attività produttiva nello stabilimento automobilistico Stellantis a Melfi (Potenza) sarà sospesa dalle ore 6.00 alle ore 14.00 di venerdì 13 dicembre, secondo le comunicazioni del segretario regionale Ugl Basilicata metalmeccanici, mentre il coordinamento provinciale di Usb lavoro privato Chieti-Pescara ha proclamato lo sciopero nello stabilimento Stellantis di Atessa per domenica 15 dicembre, nel turno C dalle ore 22,15 alle ore 05,45, annunciato ieri come recupero produttivo.