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L’Italia deve andare 3 volte più veloce sulle auto elettriche

Auto elettriche Italia: nel 2030 rischiamo di avere solo 1/3 degli EV previsti
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Nel 2023 frena la penetrazione delle auto elettriche in Italia, in controtendenza rispetto all’Europa. E gli obiettivi di decarbonizzazione dei trasporti con orizzonte 2030 si allontanano: a fine decennio rischiamo di trovarci con 1/3 degli EV previsti. Il rallentamento non è congiunturale, sono pochi gli incentivi all’acquisto. Per tutti: i privati come le aziende. Per arrivare a uno scenario di piena decarbonizzazione bisogna cambiare su tutta la linea con misure normative, economiche e culturali.

La fotografia ben poco rassicurante arriva dall’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, che ha presentato il 2 ottobre l’8° edizione dello Smart Mobility Report. “Gli alti costi d’acquisto iniziali e la percezione limitata dei benefici della mobilità elettrica hanno rallentato il mercato”, sintetizza Vittorio Chiesa, direttore di Energy & Strategy.

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Le contraddizioni delle auto elettriche Italia

L’Italia va molto peggio della media europea sulle immatricolazioni di EV, ma è ai primi posti per sviluppo dell’infrastruttura di ricarica. Una contraddizione. “Se il divario tra auto elettriche immatricolate e punti di ricarica persiste, rischiamo di avere una rete sottoutilizzata che non potrà supportare pienamente la transizione elettrica”, spiega Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy & Strategy.

Nel 2023 le immatricolazioni di auto elettriche in Italia – tra full electric (BEV) e ibride plug-in (PHEV) – sono calate dello 0,2% sull’anno prima, mentre il dato europeo viaggia sul +16%. Il caso italiano è un unicum tra i grandi mercati auto del continente. Anche i tedeschi hanno frenato (-6,2%), ma la quota di EV sul totale venduto è ben più alta di quella italiana: circa il 25% contro meno del 10% per il Belpaese, che dal 2022 è stato superato anche dalla Spagna.

Su questo sfondo, l’infrastruttura di ricarica continua a galoppare. Il 2023 chiude con +28% colonnine pubbliche e +35% punti di ricarica privati (il cumulativo è, rispettivamente, 49mila e 500mila). Il balzo è dovuto anche al Superbonus e non va a braccetto con il dato delle immatricolazioni.

Il nodo incentivi auto

È proprio il tema degli incentivi auto uno dei punti su cui si concentra il rapporto del PoliMi. Quest’anno l’Ecobonus ha portato le immatricolazioni a giugno a registrare +118% sullo stesso mese dell’anno precedente. Ma è un fuoco di paglia, è andato esaurito in poche ore. Ed è anche un modo poco produttivo per utilizzare lo strumento incentivante.

Secondo gli autori per stimolare una “crescita organica” del mercato sono necessari “incentivi pluriennali” con fondi sufficienti a coprire tutto il periodo “evitando stop & go che producono incertezza nel mercato sia dal lato dall’offerta (e.g., produttori di veicoli) sia dal lato della domanda (e.g., consumatori)”. All’ultimo tavolo automotive il ministro Adolfo Urso aveva promesso un nuovo piano di incentivi, finalmente pluriennale, entro fine settembre. Che non si è ancora visto.

L’altro tema è cosa viene incentivato. L’ultima tranche di agevolazioni, come le precedenti, spalmava risorse anche su auto diesel e benzina. Il rapporto del PoliMi nota che così si rema contro gli obiettivi di decarbonizzazione. Anche perché lato offerta la situazione è buona e gli incentivi darebbero nuovi stimoli. Nei primi 6 mesi del 2024 il numero di modelli elettrificati è arrivato a 100 crescendo del 20% rispetto al 2023. Quasi metà delle auto hanno ormai autonomia oltre i 350 km e inizia a diffondersi in tutti i segmenti la ricarica ultraveloce.

Tre scenari per la mobilità elettrica italiana

Nel rapporto vengono delineati 3 scenari possibili per lo sviluppo del mercato auto al 2030.

Le priorità generali per il “cambio di passo” auspicato nel rapporto sono 3:

Oltre a ciò, il rapporto suggerisce 3 priorità specifiche per stimolare il segmento passenger car:

Il rapporto Smart Mobility Report 2024 in pdf

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