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Auto elettriche, profondo rosso in Europa: le immatricolazioni calano del 43,9%

L’associazione dei produttori, Acea, chiede misure di sostegno urgenti all’UE per le auto elettriche. Tanti i timori per il futuro del settore BEV

Auto elettriche, profondo rosso in Europa: le immatricolazioni calano del 43,9%
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di Paolo Travisi

Il mercato delle BEV è fermo al 7,2%

Se la Norvegia è il primo paese al mondo dove circolano più auto elettriche che a benzina, nel resto dell’Europa le cose non vanno altrettanto bene. Anzi, si preannuncia un periodo complesso a livello politico all’interno dell’Unione per frenare chi – come l’Italianon è favorevole all’abbandono della produzione di auto a combustione entro il 2035.

Un disallineamento tra politiche climatiche europee e strategie industriali e commerciali che ha creato un clima di scoraggiamento ed il  motivo è presto detto. Gli ultimi dati di Acea, l’associazione dei produttori automobilistici europei, fotografano un continente, in cui il mercato elettrico non decolla. Meno 36% è il tonfo delle immatricolazioni nell’area Ue-Efta-Regno Unito. Mentre se si considera il mero dato dell’UE, il tonfo è anche peggiore: -43,9% ad agosto 2024, rispetto ad agosto dell’anno precedente, pari a 92.627 unità, rispetto alle 165.204. Dato che porta la loro quota al 14,4% del mercato automobilistico dell’UE. 

Auto elettriche, mancano infrastrutture di ricarica e fiducia dei consumatori

Cosa sta succedendo? “Ci mancano le condizioni cruciali per avere il necessario impulso alla produzione e all’adozione di veicoli a emissioni zero: infrastrutture di ricarica e rifornimento dell’idrogeno, nonché un ambiente produttivo competitivo, energia verde a prezzi accessibili, incentivi fiscali e di acquisto e un approvvigionamento sicuro di materie prime, idrogeno e batterie. Anche la crescita economica, l’accettazione dei consumatori e la fiducia nelle infrastrutture non si sono sviluppate a sufficienza”, si legge in una nota dell’Acea.

Insomma i produttori lamentano sia una carenza infrastrutturale, sia una difficoltà dei consumatori ad accettare questa tecnologia; certamente per i costi dei veicoli, più alti del 30/40% rispetto alle auto a combustione, e poi per le tante difficoltà logistiche di ricarica.

Auto elettriche, mercato negativo per il quarto mese consecutivo

Tornando al crollo delle immatricolazioni di auto elettriche a batteria (BEV), Acea evidenzia che il mese di agosto 2024 segna il quarto mese consecutivo con il segno meno, in netto contrasto con gli aumenti quasi costanti registrati nel 2023. Alla base della forte discesa il crollo nei due mercati più importanti per le auto BEV: Germania (-68,8%) e Francia (-33,1%).

Più contenuto il calo in Italia, -13,4%, ma comunque negativo, per una quota di sole ricaricabili del 7,2% sul totale del parco auto. Sul fronte delle vetture meno inquinanti invece, solo le ibride sono l’unica tipologia che ha registrato una crescita ad agosto, con le immatricolazioni in aumento del 6,6% a 201.552 unità, a quota 31,3% rispetto ad agosto 2023.

Crash tra politiche europee e strategie industriali. Cosa succederà?

Di fronte ad una situazione complessa che mette in dubbio la politica europea nei confronti dell’industria dell’automotive per ridurre le emissioni inquinanti, l’Acea chiede alle istituzioni Ue misure di aiuto urgenti di sostegno economico prima che entrino in vigore i nuovi obiettivi di CO2 per auto e furgoni nel 2025.

“La transizione verso emissioni zero è molto impegnativa, con crescenti preoccupazioni circa il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 del 2025 per auto e furgoni», sottolinea l’associazione che aggiunge le norme attuali non tengono conto del profondo cambiamento avvenuto nel clima geopolitico ed economico negli ultimi anni, con “l’incapacità intrinseca della legge di adattarsi agli sviluppi del mondo reale che erode ulteriormente la competitività del settore”.

Inoltre, l’associazione esorta la Commissione europea ad anticipare le revisioni della regolamentazione sulla CO2 per veicoli leggeri e pesanti, attualmente previsti rispettivamente per il 2026 e il 2027, al 2025, perché “abbiamo bisogno di un’azione urgente e significativa adesso per invertire la tendenza al ribasso, ripristinare la competitività dell’industria europea e ridurre le vulnerabilità strategiche”.

Auto elettriche, crescono i timori dei produttori europei 

Allo stato attuale, la questione futura dei veicoli elettrici, numericamente al di sotto degli standard previsti, diventa molto incerta, in merito al raggiungimento degli obiettivi UE sulla decarbonizzazione della mobilità, anche alla luce della rapida erosione della competitività europea come evidenziato dal rapporto Draghi; infatti il gap di sviluppo delle infrastrutture di ricarica, i timori legati all’ingresso di nuovi player competitivi sul mercato – la Cina – sta generando disorientamento nei consumatori e nell’industria.

Ed infatti gli umori dei produttori di auto sono negativi: “La scoraggiante prospettiva di multe multimiliardarie, che potrebbero altrimenti essere investite nella transizione a emissioni zero, o di tagli inutili alla produzione, perdite di posti di lavoro e di un indebolimento della catena di fornitura e del valore europea in un momento in cui dobbiamo affrontare una concorrenza spietata da altre regioni di produzione automobilistica”.

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Misure di sostegno anche per camion e trasporti

Timori però, che non si esauriscono solo verso le auto elettriche, ma anche a quello del trasporto merci su gomma, il settore più inquinante e che arranca, ovviamente, nella transizione ecologica. Avvisa Acea: “Per i veicoli pesanti, una revisione anticipata sarà inoltre assolutamente fondamentale per garantire che fattori vitali come le infrastrutture per camion e autobus vengano potenziati in tempo”.