Esistono contatti con il governo per aprire uno stabilimento in italia, ha confermato Michael Shu, direttore generale di BYD Europe. Adolfo Urso non fa nomi, ma sottolinea l'anomalia italiana, unico paese con un unico produttore auto
Roma copia Orban: a dicembre confermato l’investimento per produrre auto elettriche cinesi in Ungheria
(Rinnovabili.it) – Nel 2023 il colosso cinese dell’auto elettrica BYD ha superato Tesla per volumi di vendite globali, mentre Bruxelles e molte capitali europee iniziavano a tutelare la filiera domestica per evitare di finire schiacciati dagli EV di Pechino. Nuove regole per favorire, tra facilitazioni alla produzione e incentivi per le vendite, i marchi europei e blindare il mercato dalle (sempre più economiche) auto elettriche cinesi. L’Italia invece va esattamente nella direzione opposta.
Urso tentato dalle auto elettriche cinesi per rimpiazzare Stellantis
L’esecutivo Meloni ha preso contatto con BYD per convincere l’azienda ad aprire uno stabilimento in Italia. “Abbiamo alcuni contatti per discuterne”, ha confermato Michael Shu, direttore generale di BYD Europe, durante il Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra. Il governo invece è più cauto e, per voce del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si limita a confermare che esistono contatti con diverse case automobilistiche. L’obiettivo sarebbe attirare sul territorio nazionale un secondo produttore oltre a Stellantis. L’ex Fiat è sempre più orientata al di là delle Alpi, nonostante le rassicurazioni che fornisce a intervalli regolari sulle intenzioni di investire in Italia.
“Non posso fare nomi, dobbiamo accogliere nel migliore dei modi tutti quelli che vogliono realizzare un investimento produttivo nel nostro Paese”, ha detto Urso. “Abbiamo lavorato sin dall’inizio per migliorare la strumentazione e l’attrattività del sistema paese nei confronti degli investitori esteri che vogliono puntare sull’Italia come sito produttivo. Siamo gli unici ad avere un unico produttore di auto. Negli altri Paesi della Ue, produttori storici di auto come il nostro, vi sono due, tre, quattro, anche cinque o sei produttori in competizione tra loro e noi ci auguriamo che questo possa accadere anche in Italia per rafforzare la filiera dell’automotive”, ha proseguito il titolare del Mimit.
Urso da mesi è in pressing su Stellantis per aumentare i volumi di auto prodotte in Italia. Dalle 473mila unità del 2022 vorrebbe raddoppiare fino a quota 1 milione di veicoli. Gli stessi che Stellantis produce già oggi in Francia. Ma dall’ex Fiat arrivano segnali che vanno in tutt’altra direzione.
La battaglia di Bruxelles con gli EV di Pechino
Corteggiare BYD però può andare contro i piani strategici dell’Europa, e non fare del tutto gli interessi della filiera auto nazionale.
Lo scorso settembre, Bruxelles ha aperto un’indagine formale sulle esportazioni di EV dalla Cina in Europa per sospetti aiuti statali non dichiarati che falserebbero il mercato rendendo le auto elettriche cinesi molto più competitive di quelle europee. La quota di EV di Pechino nel mercato UE è salita all’8% nel 2023 e il trend è in crescita. Tanto più che il costo medio dei veicoli di Pechino è crollato del 53% dal 2015 a oggi. Mentre quello dei modelli europei è cresciuto del 39%, guidato soprattutto da scelte precise dell’industria auto che preferisce SUV e modelli costosi a quelli più accessibili.
Di fatto, l’Italia sta provando a copiare le mosse dell’Ungheria, dove lo scorso dicembre BYD ha confermato l’apertura del primo stabilimento per produrre auto elettriche cinesi. Una manovra che è finita immediatamente sotto la lente di Bruxelles.