Dagli studenti della TU/e un altro prodigio della mobilità sostenibile: un bolide da competizione dotato di una batteria da 29,2 kWh, che si ricarica in soli 3 minuti e 56 secondi
L’auto da corsa elettrica del team InMotion ha la ricarica più rapida al mondo
(Rinnovabili.it) – Una rivoluzione di nome e di fatto. La speciale auto da corsa elettrica Revolution, creata da un gruppo di studenti Eindhoven University of Technology (TU/e), nei Paesi Bassi, ha infranto un’importante barriera della mobilità elettrica. Grazie ad una tecnologia proprietaria, il pacco batterie può essere ricaricato in meno di 4 minuti. Per la precisione bastano 3 minuti e 56 secondi per fare il pieno al bolide, un tempo che non ha eguali. E sebbene si tratti di un progetto sperimentale, il risultato può dare una mano a ridurre i tempi di ricarica dei veicoli elettrici in generale, rendendo quindi più accessibile l’e-mobility per i consumatori.
InMotion, il team multidisciplinare di studenti dietro a Revolution, ha iniziato a lavorare assieme qualche anno fa con l’obiettivo di costruire un auto da corsa elettrica tecnologicamente avanzata con cui partecipare alla gara di resistenza di Le Mans. Nel tempo il gruppo è cresciuto e le nuove competenze apportate hanno aiutato a realizzare una batteria innovativa. Il sistema d’accumulo, un pacco da 29,2 kWh, offre un’autonomia di circa 250 chilometri e si ricarica con una potenza di 322 kW. Per abbassare i tempi in sicurezza, gli studenti hanno dovuto trovare un modo per gestire la significativa quantità di calore generata dalla ricarica rapida.
Raffreddamento a livello delle singole celle elettrochimiche
Spiega la team manager Julia Niemeijer “In passato, abbiamo sviluppato un’innovativa tecnologia di raffreddamento a livello di modulo, in cui tra i moduli contenenti le celle venivano posizionate piastre riempite di refrigerante. Questo ci ha permesso di estrarre molto calore dal pacco”. Per migliorare ancora di più le performance il gruppo ha studiato un metodo che consente il raffreddamento direttamente a livello delle celle elettrochimiche, con il refrigerante che scorre tra ciascuna unità.
Si tratta di un approccio ancora raro sul mercato, motivo per cui InMotion ha dovuto sviluppare i propri moduli. “È stata un’impresa molto impegnativa – ha affermato Niemeijer – perché ci sono solo pochi millimetri di spazio tra le celle per implementare la tecnologia di raffreddamento. Questo ci ha richiesto un’estrema precisione nel nostro lavoro”.
Ricarica rapida degli EV, risultati da replicare
La soluzione è stata testata presso l’istituto di ricerca TNO e Prodrive Technologies, che ha confermato il degrado minimo della batteria. Il prototipo dell’auto da corsa elettrica e la sua batteria a ricarica rapida saranno sottoposti a test più approfonditi il prossimo anno, con l’obiettivo di mostrare la tecnologia nella futura 24 Ore di Le Mans. Ma l’architettura di raffreddamento offre già oggi risultati importanti per la mobilità elettrica.
“Il bello di questa tecnologia sta nella possibilità di realizzare pacchi batteria di diverse dimensioni”, spiega Stijn van de Werken, direttore tecnico di InMotion. “Spesso si pensa erroneamente che quelli più piccoli si carichino più velocemente di quelli più grandi. Tuttavia, non è così. Non importa quanto sia grande il pacco, il tempo di ricarica rimarrà lo stesso fintanto che la stazione di ricarica può fornire energia sufficiente. Ciò apre numerose possibilità”.
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