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Auto cinesi, accordi con la Turchia per non pagare le sanzioni UE ed esportare auto in Europa?

Auto cinesi, accordi con la Turchia per non pagare le sanzioni UE ed esportare auto in Europa?

di Paolo Travisi

Le auto cinesi alla conquista del vecchio continente. La Cina starebbe aggirando i dazi doganali rafforzati imposti dall’UE (ma non ancora attivi) sulle importazioni dirette delle auto per contrastare pratiche commerciali ritenute non corrette, sfruttando gli accordi bilaterali con la Turchia, paese-ponte verso il mercato europeo. Il filo diretto Pechino-Ankara, infatti, consentirebbe al gigante asiatico di non pagare le sanzioni extra, quindi di immettere flussi di auto in Europa senza ostacoli economici.

A lanciare l’allarme è Federmotorizzazione Confcommercio Mobilità che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per affrontare la spinosa questione delle auto cinesi, tramite Carlo Fidanza, capo delegazione ECR Group e membro della Commissione TRAN; gli aspetti che l’interrogazione mira a chiarire sono tre. Il primo riguarda direttamente la Commissione Europea, per sapere se l’organismo Ue è a conoscenza della strategia di ingresso delle auto cinesi in Turchia; quindi di conseguenza chiede di adottare misure più stringenti per proteggere la competitività dell’industria automotive del continente europeo; infine intercedere con il governo turco, affinché non non consenta ai produttori cinesi di non pagare i dazi, passando per la Turchia, ma avendo come destinazione finale i paesi europei.

Cina investe in Turchia per produrre auto in loco

Nell’interrogazione presentato alla Commissioni, è stato evidenziato come nel 2023 la Turchia abbia prodotto 1,4 milioni di veicoli, una cifra destinata a crescere, creando un rischio di squilibrio per l’industria europea; le aziende di automotive europee sono preoccupate per il pressing cinese, che con questo meccanismo potrebbe evitare tariffe aggiuntive, che possono arrivare fino al 31,3% per veicoli provenienti direttamente dalla Cina. Il gigante di Pechino, negli ultimi anni, ha investito cifre considerevoli nel settore automobilistico turco, beneficiando di condizioni vantaggiose per l’apertura di impianti di produzione che, grazie agli accordi di libero scambio tra UE e Turchia, permette di aggirare i dazi che gravano sulle auto made in China importate in Europa.

Auto cinesi: la risposta dell’UE e la strategia di Pechino

Secondo la Federazione Nazionale Commercianti della Motorizzazione, il settore automobilistico europeo è già sotto pressione per le sfide derivanti dalla transizione energetica e dalle nuove normative ambientali, e con questo nuovo contraccolpo il rischio di subire ulteriori danni è concreto, a meno che l’Ue non effettui controlli più rigorosi sugli accordi commerciali con Paesi extra-UE.
Intanto dall’Ue arriva il commento di un portavoce della Commissione:“I negoziati Ue-Cina sono in corso, l’Ue rimane aperta a trovare una soluzione. Qualsiasi soluzione deve essere compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare i rischi identificati dall’Ue nelle indagini sulle sovvenzioni, monitorabile e applicabile. Non spetta all’Unione europea fornire una soluzione, ma alla Cina”. Infatti anche se il via libera ai dazi è arrivato lo scorso 4 ottobre, c’è tempo fino al 30 del mese prima della pubblicazione in Gazzetta di un regolamento di esecuzione. 

Nel frattempo, secondo l’Ansa, Pechino avrebbe formalmente invitato il team tecnico dell’Ue a visitare la Cinail prima possibile per la nuova fase di consultazioni dirette“, dopo gli otto round negoziali di Bruxelles, insufficienti per trovare una ragionevole soluzione di compromesso relativa ai dazi all’import di auto made in China, mentre Pechino dice un esponente del paese asiatico “studia la fattibilità di misure come l’aumento dei dazi” sulle supercar.

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