Un recente rapporto di T&E evidenzia la sempre minore diffusione di veicoli diesel e benzina e la crescita costante nelle vendite di auto ibride ed elettriche, dovuta alle scelte dell'UE e all’abbassamento dei costi di produzione. Tuttavia, la politica ha ancora molta strada da compiere.
In UE, le vendite di auto ibride ed elettriche passeranno dal 2% del 2018 al 10% nel 2021
(Rinnovabili.it) – Secondo un Rapporto di Transport&Environment (T&E), i principali ostacoli cui vanno incontro le case automobilistiche nei loro sforzi per ridurre le emissioni di CO2 riguardano la loro incapacità di migliorare l’efficienza di modelli a motore convenzionale e la loro limitata offerta di auto ibride ed elettriche. In entrambi i casi, le conseguenze concrete si presenteranno in termini di multe salate per le società di produzioni di auto.
L’analisi fornita dal rapporto mostra però che, sebbene le case automobilistiche siano molto indietro rispetto agli obiettivi sul taglio delle emissioni, rimane ancora un discreto margine di manovra per “correggere” il tiro. Nonostante molti costruttori abbiano messo in campo politiche per vendere il maggior numero possibile di veicoli prima dell’entrata in vigore delle nuove normative antinquinamento nel 2020, la diffusione di mezzi diesel e benzina sembrerebbe destinata a calare. O, per lo meno, a trovare nelle auto ibride ed elettriche, a basse o a zero emissioni di CO2, un buon competitor.
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Nel complesso, T&E stima che le vendite di veicoli elettrici in tutta l’UE passeranno dal 2% nel 2018 al 5% nel 2020, fino ad arrivare al 10% nel 2021. Nel dettaglio, si prevede che circa la metà delle vendite saranno ZEV (Zero Emission Vehicle, cioè full electric) e metà PHEV (Plug-in Hybrid, ovvero ibride). Un “balzo” delle auto ibride ed elettriche certamente favorito dalle politiche messe in atto dall’Unione Europea e, parallelamente, dall’abbassamento dei costi necessari alla produzione su larga scala di questo tipo di mezzi.
Nulla comunque è dato per scontato: per garantire il raggiungimento degli obbiettivi fissati dall’EU, il report di T&E evidenzia alcune fondamentali azioni politiche da intraprendere nell’immediato. Tra queste l’incentivo all’acquisto di veicoli green ed il disincentivo, attraverso una più alta tassazione, all’acquisto di mezzi inquinati; la conversione delle flotte ad alto chilometraggio (come i taxi e mezzi pubblici); un più stringente controllo dei dati forniti dai singoli costruttori in riferimento alle reali emissioni dei veicoli sul mercato.
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D’altro canto, che si debba pesantemente intervenire nel settore dell’automotive viene messo in luce anche oltreoceano, e nello specifico dall’americana Environmental Protection Agency. L’agenzia, infatti, in un recente report ha messo in luce come il settore automobilistico sia responsabile di una percentuale compresa tra il 50% e il 90% delle emissioni inquinanti (es. particolato) presenti nei centri urbani. In questo caso, il maggiore responsabile sarebbe l’aumento della vendita dei SUV che, a livello mondiale, è passata dal 7% nel 2009 al 36% nel 2018, ed è destinato a raggiungere quasi il 40% entro il 2021.