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Le aziende dell’auto all’Epa: “Via le regole sull’efficienza dei carburanti”

Le due principali associazioni di settore scrivono all'Agenzia per la protezione ambientale: cancellate il regolamento che Obama ha blindato negli ultimi giorni del suo mandato

Le aziende dell'auto all'Epa:

 

(Rinnovabili.it) – La luna di miele tra l’industria americana e la neo insediata amministrazione Trump scrive un nuovo capitolo. Questa volta è il turno delle case automobilistiche, che chiedono senza troppi giri di parole una cosa sola: la cancellazione del regolamento sull’efficienza dei carburanti, frettolosamente blindato da Obama negli ultimi giorni del suo mandato.

Il 13 gennaio scorso l’ex guida dell’Epa, Gina McCarthy, aveva emesso una direttiva secondo la quale il provvedimento è confermato per il triennio 2022-2025 e prevede un’efficienza minima, su tutta la flotta, di oltre 50 miglia per gallone. Una mossa che aveva mandato su tutte le furie l’Alliance of Automobile Manufacturers (AAM), che rappresenta tra gli altri General Motors, Toyota e Volkswagen. Ieri l’AAM ha recapitato una lettera al nuovo capo dell’Epa confermato venerdì scorso, Scott Pruitt, chiedendo che venisse immediatamente ritirata dal momento che è “zeppa di assunti indifendibili, analisi non adeguate e non prende in considerazione le prove contrarie”.

Manovra identica e parallela a quella di un’altra grande associazione di categoria, l’Association of Global Automakers (AGA), che rappresenta tra gli altri Honda, Nissan e Hyundai. Nella serata di ieri anche l’AGA ha spedito la sua lettera all’Epa con la stessa richiesta: cancellare la decisione perché l’Agenzia “è saltata ad una determinazione finale negli ultimi giorni di un’amministrazione zoppa”.

 

Ma le due associazioni stanno anche facendo leva su un tema assai caro a Trump: la disoccupazione. Secondo i vertici dell’AAM, il regolamento più stringente sull’efficienza dei carburanti – che permette di abbattere in modo sostanziale inquinamento e emissione di gas serra – potrebbe costare il posto anche a 1 milione di lavoratori. Vale la pena di ricordare che non appena insediato, Trump aveva chiamato a raccolta tutte le case automobilistiche “chiedendo” che tornassero a produrre e investire negli Usa invece di delocalizzare altrove, ad esempio in Messico dove i costi di produzione sono più contenuti. Le aziende (compresa Fiat-FCA) avevano prontamente obbedito. Messa in questa prospettiva, sembra che con queste richieste all’Epa stiano passando all’incasso, chiedendo indietro il favore.