(Rinnovabili.it) – Perché una casa può ricaricare un’auto elettrica e non viceversa? Se lo è chiesto un gruppo di ricerca del Dipartimento energia dell’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), mettendo a punto una nuova piattaforma che permette lo scambio di elettricità fra auto elettriche e abitazioni. Si tratta di una speciale tecnologia denominata AMIE (Additive Manufacturing Integrated Energy), pensata per consentire un flusso bidirezionale di energia tra i due “sistemi”. In altre parole, la casa può alimentare ricaricare la batteria del veicolo e quest’ultimo può fornire elettricità all’edificio. Gli scienziati dell’ORNL, inoltre, hanno utilizzato la stampa 3D per costruire sia uno che l’altra.
«Con AMIE, stiamo cercando di illustrare quel che il nostro futuro potrebbe essere quando condivideremo i flussi energetici degli edifici con i sistemi di trasporto», ha dichiarato Roderick Jackson, leader del progetto. Le sfide che abbiamo di fronte, spiega l’esperto, non possono aspettare i tempi dell’innovazione che oggi impiega «l’ecosistema energetico» ad evolversi. È necessario, dicono dall’ORNL, trovare soluzioni intelligenti alle possibili interruzioni dei flussi di energia elettrica causati da eventi meteorologici estremi, al problema della povertà energetica in tutto il mondo e della produzione intermittente delle fonti rinnovabili.
Il sistema AMIE sperimentato dal team prevede un edificio alimentato da un impianto fotovoltaico a film sottile da 3,2 kW, che viene poi accoppiato con batterie di auto elettriche che permettono lo storage dell’energia rinnovabile. La novità è che l’energia può fluire in entrambe le direzioni tramite un sistema di trasferimento wireless. Questo significa che anche il veicolo può fornire elettricità all’abitazione quando il sole cala o durante giornate nuvolose.
«In una direzione, AMIE può caricare la batteria del veicolo – dice Jackson – mentre nella direzione opposta, questo può alimentare AMIE. L’efficienza del sistema bidirezionale di trasferimento di energia wireless è di circa circa l’85%».
La casa stampata in 3D utilizzata dall’ORNL per l’esperimento è un monolocale di 20 metri quadri. Il sistema fotovoltaico sul tetto è accoppiato con la batteria di una Fiat 500e montata su un veicolo assemblato, per il 30%, con pezzi prodotti tramite stampa 3D. L’auto pesa 1.800 chili, ma gli esperti stanno già studiando una versione più leggera. Il prossimo step sarà l’alimentazione ad idrogeno e l’uso di batterie di flusso. Nell’abitazione, invece, la stampa copre l’80% dei materiali utilizzati, in particolare plastica rinforzata con fibre di carbonio.