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Un’auto elettrica a etanolo per la Nissan

Un’auto elettrica a etanolo per la Nissan

 

(Rinnovabili.it) – Dopo l’idrogeno, c’è l’alcol. Almeno nei piani della Nissan che ha annunciato oggi il progetto di realizzare un’auto elettrica a etanolo. Non si tratta di un puro esercizio di stile, bensì di un piano commerciale vero e proprio che, almeno nei programmi del colosso giapponese, dovrebbe raggiungere il mercato nel 2020. Il sistema su cui lavorerà il gruppo ingegneristico della Nissan non è nuovo ma costituisce una prima mondiale nel settore dell’automotive: si tratta di una e-Bio Fuel Cell con generatore SOFC, ossia una cella a combustibile che impiega la reazione di più carburanti (tra cui l’etanolo e il gas naturale) con l’ossigeno per produrre energia elettrica ad alta efficienza.

 

In realtà il dispositivo impiega il bioetanolo come combustibile da riformare: attraverso un processo chiamato “steam reforming” è infatti possibile produrre idrogeno dall’etanolo in maniera semplice, economica direttamente all’interno della cella.

 

“Il costo e l’energia necessaria per produrre idrogeno può essere molto elevato, e richiede anche investimenti significativi in termini di infrastrutture”, spiega il vice presidente esecutivo della Nissan Hideyuki Sakamoto. “L’etanolo invece è molto facile da procurare, è più sicuro da memorizzare e ha costo inferiore. Questi sono i suoi pregi”.

 

La società è convinta di poter adattare la tecnologia all’impiego nelle auto elettriche in soli quattro anni. Secondo le stime dei tecnici nipponici, la e-Bio Fuel-Cell sarà in grado di offrire lo stesso confort e prestazioni delle attuali e-car ma garantendo oltre 600 km con un pieno. Ma l’obiettivo della società  potrebbe benissimo divenire quello di raggiungere un’autonomia di 800 km. “Con il passare del tempo – si legge nella nota stampa di lancio – e-Bio Fuel Cell diventerà sempre più facile da utilizzare eliminando la necessità di creare un’infrastruttura ex novo”. Unico inconveniente ancora da risolvere, la fonte del bioetanolo. Oggi questo biocarburante è ottenuto per lo più da colture alimentari, e il peso in termini di impronta ecologica non depone a suo favore.

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