Nominativi resi pubblici e interruzione della produzione. Così Pechino punirà le case automobilistiche che non rispetteranno il nuovo limite al consumo di 6,9 litri per 100 km
(Rinnovabili.it) – La Cina è seriamente intenzionata a prendere di mira il comparto dei trasporti per raggiungere i sugli obiettivi di taglio alle emissioni climalteranti. Dopo aver limitato la vendita di vetture private nelle grandi città ed aver elargito cospicui incentivi all’acquisto delle e-car, ora intende far pressione sulle case produttrici.
Secondo quanto riportato oggi dall’agenzia di stampa Reuters, Pechino è pronta a sanzionare i gruppi automobilistici che non avranno ridotto il consumo di carburante entro il 2015 ai livelli prefissati dalle autorità nazionali. Secondo quanto imposto dal Governo centrale, infatti, dal primo novembre scatteranno i nuovi limiti ai consumi auto, che – quasi al pari dei vincoli imposti da USA e Unione europea – comportano un obiettivo medio aziendale, a livello di flotta, di 6,9 litri per 100 km per il prossimo anno e 5,0 litri nel 2020. Per i trasgressori poca comprensione. E se i grandi inquinatori da oggi rischiano anche di essere condannati a morte, per le case che non si adegueranno, è prevista una limitazione della produzione ed alla gogna pubblica.
Secondo James Chao, direttore della IHS Automotive per la regione Asia-Pacifico, le nuove misure punitive per il 2015 tuttavia “non costituiscono un problema dal punto di vostra pratico”, dal momento che la maggior parte delle case automobilistiche saranno perfettamente in grado di soddisfare i requisiti richiesti. A preoccupare sono piuttosto i target del 2020: se venissero applicate sanzioni simili spiega Chao “potrebbe avere un effetto molto significativo” in quanto in pochi riusciranno a raggiungere l’obiettivo. Le nuove regole – che varranno ovviamente anche per gli importatori di autovetture straniere – sono state pubblicate da cinque agenzie governative tra cui il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology (MIIT).