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Un’alga, due biocarburanti: per le bioenergie è tempo del 2×1

Un team di scienziati americani è riuscito ad ottenere biocherosene e biodiesel da un’alga comune commercialmente destinata all’alimentazione degli allevamenti ittici

Un'alga, due biocarburanti: per le bioenergie è tempo del 2x1

 

(Rinnovabili.it) – Alla Western Washington University sono riusciti a prendere due piccioni con una fava. Anzi più precisamente due biocarburanti con un’alga, una specie tradizionalmente impiegata nel settore dell’acquacoltura. I ricercatori dell’ateneo statunitense, guidati da Greg O’Neil e in collaborazione con i colleghi del Woods Hole Oceanographic Institution hanno scoperto come impiegare la specie algale Isochrysis, ampiamente usata oggi negli allevamenti di pesci e molluschi, nella produzione in parallelo di due distinti biofuel: biodiesel e carburante per aerei. “E’ un’idea originale”, spiega O’Neil, autore principale dello studio. “Il prodotto finale non possiede ancora costi competitivi in questa fase, ma abbiamo comunque contribuito a realizzare una nuova strategia per la produzione di carburante algale sostenibile”.

 

Lo studio si è concentrato sull’alga Isochrysis essenzialmente per due motivi: perché i coltivatori hanno già dimostrato da tempo di poter coltivare importanti volumi e perché è tra quelle poche specie algali in grado di produrre particolari grassi chiamati alkenoni. Questi composti sono costituiti da lunghe catene di 37- 39 atomi di carbonio e sono dotati di una capacità unica di modificare la loro struttura in risposta alla temperatura dell’acqua. Per ottenere il doppio prodotto gli scienziati hanno separato dalla biomassa algale i FAMEs (acronimo inglese di esteri metilici di un acido grasso) dagli alkenoni: i primi sono destinati alla sintesi del biodiesel, i secondi, previa rottura delle lunghe catene in pezzi più piccoli, a quella del biocherosene. “E’ scientificamente affascinante”, hanno affermato i ricercatori. “Queste alghe hanno un potenziale notevolmente maggiore, ma siamo ancora nelle prime fasi”. Tra i prossimi passi del team c’è l’impegno a cercare di produrre maggiori quantità di combustibili dall’Isochrysis, aumentando l’efficienza del processo, ma stanno anche esplorando ulteriori co-prodotti a base di alghe.