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Emissioni del trasporto aereo, la COP26 lascia a terra l’ambizione

L’impegno siglato al summit sul clima è un guscio vuoto che elogia lo status quo e si affida a strumenti che si sono già rivelati incapaci di ottenere risultati concreti, dall’Icao al programma CORSIA

Aerei low-carbon: l’innovazione europea passa da Clean Sky 2
Foto di dayamay da Pixabay

Il trasporto aereo è responsabile del 2,5% delle emissioni globali

(Rinnovabili.it) – Glasgow non graffia sulle emissioni degli aerei. Dalla COP26 esce un patto che assomiglia più a un guscio vuoto che a un primo passo, serio, per abbattere l’impatto sul clima del trasporto aereo. Per di più, firmato da pochissimi paesi: 18.

Un’occasione mancata, visto che l’aviazione è responsabile del 2,5 per cento delle emissioni globali ed è anche uno dei settori con la crescita più rapida. Dal 2000 a oggi l’impennata è stata del 130% e si calcola che a metà secolo il trasporto aereo emetterà da 7 a 10 volte più di oggi.

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L’accordo siglato al summit sul clima si affida a strumenti vecchi e di dubbia utilità. Soprattutto alla luce del preambolo: il testo parla chiaro e impegna i partecipanti a fare di tutto per allineare il settore alla traiettoria necessaria per tenere gli 1,5 gradi a portata di mano. Eppure il consesso che dovrà decidere come raggiungerla è sempre l’Icao, l’organizzazione internazionale che regola l’aviazione civile e negli anni ha dimostrato di avere un approccio più che conservativo.

E lo strumento principale a cui ci si affida è, ancora una volta, il CORSIA. Acronimo di Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation, CORSIA è un programma globale per creare un mercato mondiale dei crediti emissivi nel settore del trasporto aereo. Ma ha regole e criteri troppo blandi, tanto che uno studio della Commissione europea ha avvertito che l’adesione UE a questo sistema potrebbe far saltare l’impegno per la neutralità climatica al 2050.

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“Il mondo sta chiedendo a gran voce un’azione forte per affrontare le emissioni globali dell’aviazione. Questo non lo è. Non possiamo lasciare che questa dichiarazione ci distolga dal fatto che i singoli paesi dovrebbero andare oltre e più velocemente”, commenta Matt Finch di Transport & Environment, ong che monitora le performance ambientali dei trasporti. Manca, invece, il passo più semplice per rimettere in carreggiata il taglio delle emissioni del trasporto aereo, sostiene T&E: includere obiettivi specifici nei singoli piani nazionali. (lm)