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Riduzione della CO2 degli aerei, quel ‘bluff’ chiamato CORSIA

Riduzione della CO2 degli aerei
Foto di Free-Photos da Pixabay

La riforma dell’ETS europea si conferma la migliore opzione per la riduzione della CO2 degli aerei

(Rinnovabili.it) – Ci sono voluti anni per trovare un accordo internazionale sulla riduzione della CO2 degli aerei. Un lavoro complesso che ha richiesto lunghi negoziati e la definizione di uno specifico sistema metrico per il calcolo emissivo. E finalmente nel 2021 CORSIA – questo il nome del programma globale – ha ufficialmente iniziato la sua fase pilota, sotto i migliori auspici dell’ONU. Peccato che per la politica climatica europea non si tratti di un vantaggio. Al contrario, lo strumento comporterà un aumento piuttosto che una riduzione delle CO2 degli aerei. Ad affermarlo è la Commissione europea in uno studio di fine 2020, portato alla luce oggi da Transport & Environment (T&E). 

Il report UE aveva lo scopo di comprendere quanto lo schema globale fosse allineato alle politiche già intraprese nel Blocco, dove l’aviazione “interna” è ormai dai anni inserita nell’Emissions Trading Scheme-ETS (sistema di scambio della quote di emissione). E di farlo proprio in vista della futura riforma del’ETS aereo, in programma per giugno 2021.

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D’altra parte CORSIA, acronimo di Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation, nasce proprio con lo scopo di creare un mercato mondale dei crediti emissivi nel settore dell’aviazione. Sviluppato dall’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO) e adottato nell’ottobre 2016, lo schema dovrebbe essere implementato in tre fasi: una fase pilota, dal 2021 al 2023 (a partecipazione volontaria); la prima fase, dal 2024 al 2026 (a partecipazione volontaria); la seconda fase, dal 2027 al 2035 (a partecipazione obbligatoria per tutti gli Stati partecipanti, salvo esenzioni).

Cosa ha rivelato lo studio della Commissione? Che regolare la CO2 delle compagnie aeree nei cieli UE con il solo CORSIA rappresenta la scelta peggiore. “Questa opzione è associata al più grande aumento globale delle emissioni nette di CO2 del trasporto aereo…” (pag.26). Non solo. Lo schema “rischia di minare la capacità di raggiungere le emissioni nette zero entro la metà del secolo” se dovesse sostituire le attuali normative comunitarie sul clima. Il documento mette in dubbio l’effettiva riduzione della CO2 degli aerei tramite le compensazioni di carbonio proposte. Soprattutto perché le quote valgono meno di 1 euro; troppo economiche, dunque, per convincere le compagnie aeree a tagliare le proprie emissioni. Ma, soprattutto, il documento evidenzia come vi siano poche possibilità che questi problemi vengano risolti

“Abbiamo sprecato quasi un decennio per inventare un programma per la CO2 delle compagnie aeree che in realtà è dannoso per il clima”, commenta Jo Dardenne, responsabile della sezione Aviazione presso T&E. “Le società aeree pagheranno meno di un euro per acquistare compensazioni di carbonio che non funzioneranno. Lo studio è un monito all’UE affinché si riprenda la responsabilità di affrontare l’inquinamento sui voli europei “.

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Per l’associazione, l’Unione dovrebbe reintegrare nel suo ETS le emissioni dei voli stranieri che atterrano in Europa, opzione abbandonata da Bruxelles dopo l’approvazione di CORSIA. “L’Europa dovrebbe dimenticare di fare affidamento sull’ONU per affrontare adeguatamente le emissioni aeree. La compensazione chiaramente non funziona. Un mercato del carbonio dell’UE riformato e un’ambiziosa legge sui carburanti per jet verdi metteranno il settore sulla giusta strada”.

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