Il settore dell’aviazione privata si pone il problema delle emissioni di CO2 derivanti dai loro piccoli aerei. Ma i costi sono ancora troppo elevati per un utilizzo su larga scala di biocarburanti
di Andrea Barbieri Carones
(Rinnovabili.it) – Il settore dell’aviazione privata si è unito a compagnie aeree e aeroporti nel perseguire l’obiettivo del taglio delle emissioni di CO2. Un taglio che, secondo le previsioni della National Business Aviation Association (l’associazione di riferimento o Nbaa), a dimezzare le emissioni del 2005 entro il 2050.
Lo hanno riferito gli stessi vertici dell’associazione made in Usa riuniti a Las Vegas per una fiera del settore. L’aviazione è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di CO2 mentre un aumento dei movimenti di aerei privati (la cosiddetta “aviazione generale”) mette tutto il settore sotto pressione.
Nel frattempo, sull’agenzia Reuters si legge che broker e manager di aziende sono alla ricerca di velivoli più efficienti che consentano di compensare le emissioni di CO2. Nonostante ciò, per ora nessuno di questi sta rimandando l’acquisto di aerei privati a causa delle emissioni ancora elevate.
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Anche se l’aviazione privata è causa di una frazione dell’inquinamento portato dai velivoli commerciali, il settore è sotto la lente di ingrandimento perché genera molte più emissioni per passeggeri rispetto agli aerei di linea.
“Il mondo chiede sostenibilità” ha detto alla stampa americana il direttore esecutivo della Nbaa, Ed Bolen. Intanto, la settimana scorsa, un gruppo di rappresentanti di compagnie aeree operanti in tutto il mondo ha fissato degli importanti obiettivi relativi alle emissioni di CO2.
Aviazione privata, l’obiettivo è alleggerire i velivoli
Intanto i costruttori sono al lavoro per aggiungere più materiali riciclati agli aerei, alla ricerca di un modo per renderli più leggeri in modo da consumare di meno. Parallelamente, gli ingegneri sono al lavoro per assemblare una nuova generazione di aerei elettrici, sulla falsariga di quanto stanno facendo le industrie automobilistiche.
Ma come per i loro colleghi delle compagnie aeree, i manager che gestiscono aerei di aviazione privata concordano sul fatto che il modo più rapido di tagliare le emissioni sia quello di impiegare sui biocarburanti. Questi, però, non sono ancora disponibili su larga scala a causa dei loro alti costi.
Andando a sbirciare sul sito del Dipartimento dell’Energia del governo Biden si legge che il carburante sostenibile per aerei “è fatto di biomasse rinnovabili e rifiuti” e che ha il potenziale di “dare ai velivoli le stesse prestazioni del carburante derivato dal petrolio ma a una percentuale di molto inferiore di emissioni di CO2”.
Questo nell’attesa che il biocarburante sia prodotto su larga scala, anche a uso e consumo dell’aviazione privata. “Del resto – spiega un top manager di un’azienda che gestisce aerei di aviazione generale – i nostri clienti sono preparati a pagare un po’ di più per questo biofuel”.
In un’ora di volo, un aereo privato emette anche 2 tonnellate di CO2
Nel frattempo, il costruttore francese Dassault ha progettato il piccolo jet FalconX dotandolo di propulsori progettati per funzionare interamente con biocarburante. E gli ordini sono piovuti da ogni parte del mondo.
Ma per ora, l’83% delle compagnie di gestione di aviazione generale ancora usa il vecchio kerosene, come riporta un sondaggio di Honeywell International.
Intanto, almeno in Europa, le emissioni di CO2 derivanti dai piccoli aerei privati sono calate. Ma solo grazie alla parentesi del Covid, che ha interrotto un trend di crescita. Basti pensare, infatti, che tra il 2005 e il 2019 tali emissioni sono aumentate del 31%. E nel 2021 sono riprese a pieno ritmo.
Un dato emblematico: in appena un’ora di volo, un singolo aereo privato arriva a emettere anche 2 tonnellate di CO2. Ossia dalle 5 alle 14 volte più inquinanti di un aereo commerciale (per singolo passeggero) e 50 volte più inquinanti di un treno (sempre per passeggero).