In una lettera all’ICAO, la Iata chiede una revisione delle emissioni del trasporto aereo per la sopravvivenza del settore
(Rinnovabili.it) – Le compagnie aeree fanno pressioni per riscrivere le regole di CORSIA, l’accordo ONU per regolare le emissioni del trasporto aereo. A peggiorare la situazione è la pandemia di coronavirus. Infatti, secondo il settore, la crisi renderà più difficile raggiungere gli obiettivi ambientali.
L’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) ha invitato l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (ICAO) a modificare il sistema di compensazione e riduzione delle emissioni. Questa mossa ha preoccupato i gruppi ambientalisti, che accusano le compagnie aeree di “schivare i loro obblighi”. Ma l’industria ha affermato che si tratta di una questione di sopravvivenza, dovuta al blocco della maggior parte dei viaggi internazionali.
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In base al sistema CORSIA, le compagnie aeree devono compensare per una crescita delle emissioni al di sopra di una soglia stabilita. Secondo le società, però, il blocco degli aeromobili significa che le emissioni del trasporto aereo saranno più basse nel 2020. Di conseguenza, anche gli obiettivi saranno più impegnativi.
Quindi, Iata ha chiesto all’ICAO che la soglia stabilita “si riadattata per garantire lo sviluppo sostenibile del trasporto aereo internazionale ed evitare un onere economico inappropriato“. Inoltre, se i costi fossero troppo alti, Iata ha sottolineato che alcune nazioni potrebbero uscire dall’accordo.
Le scuse dei grandi inquinatori
Prima della crisi, le stime mostravano che le compagnie aeree avrebbero speso entro il 2035 tra i 4,5 e i 20 miliardi di euro per soddisfare CORSIA. Però, un rapporto della Green Alliance aveva rilevato che la spesa stimata non era sufficiente per ridurre le emissioni del trasporto aereo.
James Elliott, consulente della Green Alliance, ha dichiarato al Guardian che “è comprensibile un appello per ridurre gli oneri del settore, ma l’emergenza climatica presenta una sfida urgente. Se il settore non riuscirà a trovare modi per essere sostenibile, dovrà affrontare altre dolorose interruzioni”.
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Dal canto suo, John Sauven, direttore di Greenpeace UK, ha sottolineato che “gli schemi di compensazione sono sempre stati la scusa preferita dai grandi inquinatori per continuare ad inquinare, spostando la responsabilità delle loro emissioni su qualcun altro”. Iata, però, nega di starsi allontanando da CORSIA: “Non abbiamo rinunciato ai nostri obiettivi ambientali. Dopo continueremo a ridurre le emissioni, ma ora chiediamo ai governi un aiuto urgente. Rispetteremo i nostri obblighi ambientali, ma prima dobbiamo sopravvivere”.