Rinnovabili • Emissioni degli aerei: Bruxelles cerca l’intesa con gli USA

Quanto inquinano gli aeroporti europei? Ecco l’atlante delle emissioni degli aerei

I 5 scali più frequentati in Europa – Heathrow di Londra, Charles de Gaulle di Parigi, e poi Amsterdam, Madrid e Francoforte – inquinano come la Svezia o la Danimarca. E la maggior parte di queste emissioni non ricadono sotto un ETS

Emissioni degli aerei: Bruxelles cerca l’intesa con gli USA
Foto di Free-Photos da Pixabay

La mappa di T&E, ODI e ICCT svela le emissioni degli aerei

(Rinnovabili.it) – L’aeroporto di Heathrow nel 2019 aveva 80 milioni di passeggeri e da tempo pianifica di aggiungere un nuovo terminal e una pista. Lo scalo Charles de Gaulle di Parigi è attraversato ogni anno da 76 mln di persone e aveva in progetto di costruire il 4° terminal per accoglierne altri 40 mln ma il piano è stato accantonato a febbraio. Tutti progetti controversi per l’impatto sul clima: le emissioni degli aerei sono tra le più difficili da abbattere.

Il settore è uno degli hard-to-abate e le soluzioni alternative – aerei elettrici e a idrogeno – sono di là da venire o risolvono solo una parte dei problemi. In più, gli Stati fanno fatica a regolare le emissioni degli aerei con strumenti come il mercato del carbonio: che regime si applica ai voli intercontinentali?

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Eppure ridurre l’impronta di carbonio del settore aereo oggi è una priorità ineludibile per una politica climatica che voglia davvero incidere. Lo ricorda il primo atlante globale delle emissioni degli aerei creato dall’ong Transport & Environment insieme al think tank ODI e all’International Council on Clean Transportation (ICCT). Una mappa interattiva che rende disponibili i dati delle emissioni degli aerei prodotte dai vettori in partenza da ciascun aeroporto.

Quanto inquinano gli aeroporti europei? Interrogando l’atlante si scopre che soltanto i primi 5 scali per numero di passeggeri l’anno del continente (oltre a Londra e Parigi, Amsterdam, Francoforte e Madrid) producono una quantità di emissioni di CO2 che equivale alle emissioni annuali di paesi come la Svezia o la Danimarca. In tutto 53 Mt di CO2, che rientra solo per il 15% sotto l’ETS europeo o quello UK.

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“A differenza delle auto o delle centrali elettriche, la maggior parte delle emissioni dei voli viene rilasciata al di fuori dei confini europei, lasciando scandalosamente trascurata la maggior parte delle emissioni dagli aeroporti europei”, spiega Jo Dardenne, responsabile dell’aviazione di T&E. Nel caso di Parigi – Charles de Gaulle, parliamo di una quota dell’80%. “Tutti i voli dovrebbero essere inclusi nel sistema di scambio di quote di emissione, non solo quelli all’interno dell’Europa”.

Nel 2020 l’UE ha allargato l’ETS anche alle emissioni degli aerei ma ha lasciato fuori quelle dei voli intercontinentali, oltre a garantire una consistente quota di permessi gratuiti alle compagnie. Con le proposte del pacchetto Fit for 55, presentato a luglio, Bruxelles prova a correggere solo parzialmente il tiro. La bozza di proposta – andrà discussa con Consiglio e Parlamento – limita al livello attuale il tetto dei permessi totali, che scenderà seguendo il fattore rafforzato al 4,2%. Le quote gratuite sono ridotte progressivamente e eliminate del tutto nel 2026. Per i voli extra spazio EEA, finora esclusi, si applicherà l’accordo CORSIA dell’Onu alle compagnie basate in UE. L’obbligo di compensare le emissioni con le quote scatterà quando si superano i valori del 2019.

Naviga qui l’atlante interattivo sulle emissioni degli aerei

lm