Rinnovabili

Entro il 2026, gli aerei UE bruceranno tutto il loro budget di carbonio

Decarbonizzare aerei: dal 2035 dovranno essere tutti a zero emissioni
Foto di Yu Kato su Unsplash

Smettere di costruire nuovi aeroporti e di ampliare quelli esistenti. Aumentare le tasse sulle emissioni degli aerei per riflettere il costo reale del kerosene. Con i proventi aggiuntivi, finanziare la diffusione dei combustibili elettrici. E migliorare la connettività via treno in tutta Europa. Sono le priorità che Bruxelles dovrebbe mettere all’ordine del giorno se vuole evitare che le emissioni degli aerei UE vadano fuori controllo.

“I piani di crescita previsti dai produttori di aerei sono totalmente inconciliabili con gli obiettivi climatici dell’Europa e con la portata della crisi climatica. Nel giro di un anno, il settore avrà esaurito il proprio budget di carbonio”, sottolinea Carlo Tritto dell’ong Transport & Environment (T&E), che pubblica oggi uno studio sulla traiettoria delle emissioni degli aerei UE fino al 2050.

Le emissioni degli aerei UE sono fuori controllo

Il rapporto denuncia che i ritmi di crescita del traffico aereo in partenza dall’Europa, e dei gas serra collegati, sono insostenibili. Già nel 2026, il settore aereo avrà esaurito la sua quota di budget di carbonio per restare sotto la soglia di 1,5 gradi. E inizierà a consumare quella di altri comparti.

Perché? L’aumento dei volumi di traffico supera di gran lunga i miglioramenti dell’efficienza dei velivoli. Il settore aereo prevede di raddoppiare il traffico passeggeri tra il 2019 e il 2050, con un conseguente aumento delle richieste energetiche e dell’impatto climatico. E nonostante i miglioramenti in efficienza, gli aerei in partenza dagli aeroporti UE bruceranno il 59% di carburante in più nel 2050 rispetto al 2019 per soddisfare questa domanda di traffico.

Il risultato? Le emissioni degli aerei UE diminuiranno di meno del 3% entro il 2049 rispetto al 2019. Anche se si diffonderà l’uso di carburanti sostenibili (SAF) in linea con quanto richiesto dalla direttiva UE ReFuelEU.

Questi numeri sono basati sulle proiezioni di Boeing e Airbus. Ma il comparto è fuori traiettoria anche se si prende uno scenario di riferimento più ottimista, cioè quello della Commissione UE. Secondo i calcoli di T&E, anche con una crescita annua del traffico inferiore del 60% rispetto alle stime dei due colossi dell’industria dell’aviazione, avremmo comunque un aumento delle emissioni del 46% entro il 2040 rispetto al 1990.

crediti: T&E

C’è poi un altro scoglio importante da considerare, se si vuole correggere la rotta: calibrare bene la produzione di SAF per non danneggiare altri settori economici. Ad esempio, secondo l’ong entro il 2035 la domanda di biocarburanti supererà la capacità di produzione sostenibile. Nel 2050, l’80% dei SAF potrebbe provenire da materie prime non sostenibili.

Si può puntare sugli e-fuels, quindi l’e-kerosene. Ma per produrre e-kerosene sufficiente a coprire il 35% del mix di carburanti (come richiesto dalla ReFuelEU), serviranno 585 TWh di elettricità rinnovabile entro il 2050. Più della domanda elettrica annuale della Germania nel 2023 (506 TWh).

“Accogliamo con favore l’obiettivo della Commissione Europea di ridurre le emissioni del 90%, un traguardo senza pari a livello globale. Ma tale obiettivo è del tutto privo di significato senza politiche concrete per ridurre le emissioni dell’aviazione. Questo settore ha ricevuto numerosi benefici nel corso della sua storia: ora è il momento di cambiare rotta. L’UE deve elaborare un piano per affrontare le tonnellate di emissioni generate dall’aviazione ogni anno,” conclude Carlo Tritto.

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