Senza alcuna promessa chiara e ben definita dal punto di vista degli impegni ambientali, le compagnie aeree si preparano ad incassare i primi aiuti di stato
(Rinnovabili.it) – L’appello lanciato pochi giorni fa da Carbon Market Watch sembrerebbe essere caduto nel vuoto. In riferimento agli aiuti di stato concessi alle compagnie aeree, il responsabile Gilles Dufrasne chiedeva infatti ai governi di smetterla di “buttare i soldi in uno dei maggiori inquinatori senza aspettarsi nulla in cambio”.
Eppure, in base a quanto annunciato poche ore fa da EURACTIV, sembrerebbe che Air France-KLM abbia già ottenuto un largo finanziamento – circa 10 miliardi di euro, (7 più 3 in prestito) – senza aver messo sul tavolo condizioni chiare o impegni rigorosi dal punto di vista ambientale.
Gli aiuti provengono sia dal governo francese che da quello olandese. Il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha spiegato che le risorse serviranno a salvaguardare i 350.000 posti di lavoro, ma che non si tratta di un assegno in bianco: i dettagli devono essere ancora definiti ed il governo insiste sulla necessità di politiche ambientali più rigorose. Discorso analogo per l’Olanda: il capo finanziario Wopke Hoekstra ha spiegato che i colloqui sono ancora in corso, accennando alla possibilità di ridurre il numero di voli notturni per una maggiore sostenibilità.
Tutto è ancora in via di definizione ma, nel frattempo, l’assegno è stato staccato. L’eurodeputato olandese Greens Bas Eickhout ha dichiarato a EURACTIV che si aspetta che la Commissione europea valuti il piano di salvataggio tenendo ben presenti le politiche del Green Deal. Messaggio ribadito da altri legislatori verdi della commissione per i trasporti del Parlamento europeo attraverso una lettera inviata a Ursula von der Leyen e Margrethe Vestager. Gli aiuti di Stato – spiegano i firmatari – dovrebbero essere approvati solo se nel caso in cui le compagnie aeree dovessero presentare piani credibili di riduzione delle emissioni, impegnandosi a pagare le tasse sul carburante e a eliminare gradualmente i voli a corto raggio, facilmente sostituibili dai treni. “Se i contribuenti devono salvare le compagnie aeree – si legge nella lettera – ci deve essere un quid pro quo. Questo settore deve contribuire a proteggere il nostro futuro di fronte a un’emergenza climatica in evoluzione”.
In ogni caso, sembrerebbero previsti a breve altri annunci di salvataggio: Lufthansa è in procinto di ottenere un pacchetto da 10 miliardi di euro dal governo tedesco già da questa settimana e Rayanair – cioè una delle compagnie aeree più colpite dalla crisi – ha minacciato di avviare un’azione legale qualora l’UE dovesse dare il via libera a pacchetti che “elargiscono selettivamente miliardi di euro a inefficienti vettori di bandiera“.
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