Le compagnie aree europee hanno per anni beneficiato di enormi finanziamenti pubblici. Ora servono condizioni più vincolanti
(Rinnovabili.it) – Come ha già fatto l’industria automobilistica, anche le compagnie aeree si giocano la carta del Coronavirus per sfuggire alle normative antinquinamento sulle emissioni di gas a effetto serra. Lo scopo è cercare di ottenere nuovi finanziamenti da parte di Stati e governi.
Ad evidenziarlo sono Transport & Environment, Greenpeace e Carbon Market Watch che, attraverso l’Airline Bailout Tracker, hanno aggregato i dati relativi agli aiuti richiesti in queste ultime settimane dalle principali compagnie europee. Secondo il “localizzatore”, dall’inizio della crisi Covid-19, il settore dell’aeronautica civile avrebbe richiesto finanziamenti per oltre 12 miliardi di euro senza alcuna condizione ambientali vincolante.
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Nel dettaglio, al 21 aprile 2020, easyJet, Scandinavian Airlines e TUI Germany avevano già ottenuto un sostegno finanziario di 3,36 miliardi di euro, mentre i restanti 9,47 miliardi sarebbero ancora in discussione per altre compagnie aeree. Si tratta di una minima parte: gli importi negoziati per i piani di salvataggio e la ricapitalizzazione potrebbero infatti aumentare ulteriormente a seguito dei colloqui in corso con alcune delle maggiori compagnie aeree europee, tra cui Air France, KLM, Lufthansa, British Airways e Alitalia.
Le compagnie aeree hanno dipeso per decenni dal sostegno pubblico, attraverso aiuti di Stato per aeroporti e infrastrutture, ed esenzioni fiscali dell’IVA e dell’imposta sul cherosene (che da sola vale circa 27 miliardi di euro l’anno). Privilegi di cui altri mezzi di trasporto più sostenibili, ad esempio quello su rotaia, non hanno beneficiato.
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Eppure, a mancare, non parrebbero certo essere gli utili: negli ultimi cinque anni, sette compagnie aeree europee hanno guadagnato ciascuna oltre 1 miliardo di euro netti. Cinque di queste hanno richiesto o ricevuto sostegni economici da parte dei rispettivi governi: l’IAG, che possiede British Airways, ha ottenuto 9,37 miliardi di euro; il gruppo Lufthansa, 8,17 miliardi; il gruppo TUI 3,09 miliardi; e Easyjet 2,39 miliardi.
Per le 20 maggiori compagnie aeree con sede nello Spazio economico europeo e nel Regno Unito, dunque, il guadagno totale complessivo ammonta ad almeno 33 miliardi di euro netti negli ultimi cinque anni. A fronte di tutto questo, nello stesso lasso di tempo, l’aviazione avrebbe contribuito del 26% all’aumento delle emissioni di gas a effetto serra a livello globale, regionale e locale.
“È tempo che i governi smettano di buttare soldi in uno dei maggiori inquinatori senza aspettarsi nulla in cambio”, ha detto il responsabile di Carbon Market Watch, Gilles Dufrasne. “Le compagnie aeree beneficiano di agevolazioni fiscali e permessi di inquinamento gratuiti nel mercato europeo del carbonio. Ciò ha permesso loro di generare grandi profitti e ora chiedono ai contribuenti di farsi carico delle perdite”.