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Cathay Pacific, obiettivo biocarburante entro il 2030

Entro il 2030, il 10% del carburante utilizzato dagli aerei Cathay Pacific sarà bio. A tutto vantaggio della sostenibilità. L’impegno prosegue anche con il rinnovo della flotta e di minori emissioni a terra

Cathay Pacific

di Andrea Barbieri Carones

(Rinnovabili.it) – Entro il 2030 il 10% del carburante degli aerei Cathay Pacific sarà composto da biofuel. Una percentuale, questa, che segue le direttive Iata (l’organismo internazionale che sovrintende il trasporto aereo) che indicano nel 2050 il termine ultimo entro cui volare a emissioni zero.

L’impegno della compagnia di Hong Kong verso la sostenibilità non è cosa nuova. Nel 2014, infatti, Cathay Pacific fu il primo vettore a investire in Fulcrum BioEnergy, azienda californiana precursore nella produzione di biocarburante.

Cathay, infatti, si è impegnata ad acquistare 1,1 milioni di tonnellate di SAF (acronimo che indica il biofuel) in 10 anni. Una quantità sufficiente a coprire circa il 2% del suo fabbisogno annuo di carburante considerando l’utilizzo pre Covid-19.

La strada è tracciata, dunque, visto che la compagnia prevede di continuare a portare avanti la collaborazione con Fulcrum prendendo in consegna un quantitativo ulteriore di SAF. Questo per ampliarne l’utilizzo anche sui voli dagli Stati Uniti a Hong Kong a partire dal 2024, appena Fulcrum potrà aumentare la produzione. 

L’impegno di Cathay va oltre, visto che è stata anche la prima compagnia a collaborare con Airbus utilizzando biocarburante per tutti i voli di consegna di nuovi aeromobili dal suo stabilimento a Tolosa, in Francia. Dal 2016, oltre 40 nuovi velivoli sono stati consegnati utilizzando una miscela di biocarburante.  A minori emissioni rispetto al normale kerosene.

“Il nostro nuovo impegno a coprire il 10% del consumo totale con carburante sostenibile per l’aviazione entro il 2030 è un chiaro segnale della nostra determinazione a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette”. Questo il commento di Augustus Tang, chief executive officer di Cathay Pacific. “E l’uso di Sustainable Aviation Fuel (SAF) è fondamentale per ridurre le emissioni di anidride carbonica derivate dalle nostre operazioni nei prossimi anni“.

Il manager chiama poi a raccolta più soggetti del comparto del trasporto aereo commerciale. “La capacità di raggiungere questo obiettivo non dipende solo dalle compagnie aeree Chiediamo infatti il sostegno di numerosi stakeholder affinché contribuiscano a renderlo una realtà”.

Il riferimento è alla politica, oltre che alle aziende del settore energetico, ai costruttori di aeromobili e motori. “E perfino i nostri clienti, che desiderano ridurre la loro impronta di carbonio. Solo unendo le forze possiamo raggiungere questo ambizioso obiettivo”. 

Come detto, Cathay Pacific lavora su più fronti in questa direzione. Oltre al maggiore utilizzo di biocarburante, la compagnia sta modernizzando la flotta, migliorando l’efficienza operativa e innovando tecnologie.

Attraverso il programma Fly Greener, poi, consente ai passeggeri di compensare le emissioni di anidride carbonica generate dai loro viaggi. Grazie a questo progetto, dal 2007 a oggi è riuscita a neutralizzare oltre 300.000 tonnellate di CO2 prodotte. 

Il risparmio di CO2 non avviene solo in volo. Già, perché entro il 2030 Cathay vuole ridurre le emissioni a terra del 32% rispetto al 2018. Il tutto attraverso nuove e più efficaci misure di risparmio energetico e sfruttando fonti di energia rinnovabile nei suoi edifici e nelle movimenti prima del decollo e dopo l’atterraggio.