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Carburanti sostenibili per aerei, sui SAF Bruxelles può osare di più

Associazioni e compagnie aeree - Air France-KLM, easyJet, Ryanair e DPDHL – propongono modifiche alla direttiva sui carburanti puliti per l’aviazione, presentata dalla Commissione il 14 luglio scorso. Si possono anticipare i target intermedi per la miscela obbligatoria di kerosene elettrico, ma a patto di assicurare criteri di sostenibilità stringenti

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Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay

In vista della discussione sulla direttiva ReFuelEU sui carburanti sostenibili

(Rinnovabili.it) – Obiettivi di medio termine anticipati e più ambiziosi per il kerosene elettrico. Più sostegno finanziario a chi investe sulle materie prime per i biocarburanti. Un’alleanza europea sui carburanti sostenibili per l’aviazione (Sustainable aviation fuels, SAF) che metta insieme forze e competenze e acceleri la ricerca e lo sviluppo. E infine un registro chiaro e condiviso dei SAF che i fornitori di carburante devono rispettare. Sono le 4 proposte avanzate dall’ong Transport & Environment insieme ad alcune compagnie aeree per rafforzare la nuova direttiva europea ReFuelEU.

Cosa prevede la nuova direttiva sui SAF?

La Commissione europea la scorsa estate ha proposto misure per affrontare le emissioni di gas serra dal trasporto aereo (il 4% del totale UE), il settore industriale dove sono stati fatti meno passi avanti sulla via della decarbonizzazione insieme a quello delle navi. La nuova direttiva fa parte del pacchetto Fit for 55, uno dei capisaldi con cui Bruxelles vuole tagliare le emissioni nette complessive del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

La bozza presentata dall’esecutivo UE il 14 luglio scorso prevede che i fornitori debbano miscelare almeno il 2% di carburante sostenibile per l’aviazione nel loro kerosene dal 2025. Questa quota aumenta poi al 5% nel 2030 e balza al 63% nel 2050.

Più ambizione sui carburanti sostenibili per l’aviazione

Una buona base di partenza secondo T&E, Air France-KLM, easyJet, Ryanair e DPDHL, che si sono uniti nella Fuelling Flight Initiative. Il gruppo include anche European Climate Foundation e ClimateWorks e ha il supporto tecnico dell’International Council on Clean Transportation. Punto di tutto riguardo, che raccoglie il plauso dell’alleanza, è l’esclusione dei biocarburanti basati su colture alimentari e mangimi, che toglierebbero emissioni dal comparto aereo solo a costo di impatti ambientali e climatici più alti in altri ambiti.

“L’Europa ha urgente bisogno di garantire la sicurezza degli investimenti per i carburanti sostenibili per l’aviazione, evitando il rischio di rimanere legati a quei carburanti che non hanno posto nel nostro futuro a zero emissioni”, spiega Pete Harrison, direttore esecutivo per la politica dell’UE presso la European Climate Foundation.

Nello specifico, l’iniziativa ritiene che gli obiettivi al 2030 siano tecnicamente raggiungibili, ma che sia necessario monitorare in modo stringente il rispetto di tutti i criteri di sostenibilità. Si può anche anticipare i target di medio termine, ma solo “se sarà disponibile una quantità sufficiente di idrogeno verde e di elettricità rinnovabile”. L’uso di feedstock per i SAF deve essere valutato con attenzione. Solo le materie prime che sono usate per scopi come l’incenerimento e la co-combustione dovrebbero essere ammessi.

Più ambizione sui SAF è la richiesta che arriva anche da 7 paesi UE, che in una lettera alla Commissione chiedono modifiche alla direttiva per superare i target fissati. Per Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svezia è possibile alzare gli obiettivi nazionali. Questo, argomentano, porterà a un calo anticipato dei prezzi e un aumento più rapido della produzione di combustibili sostenibili. Terreno scivoloso, questo, perché fissare target troppo alti senza aver escluso materie prime e metodi insostenibili di produzione dei SAF rischia di essere controproducente.