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Airbus studia le scie di condensazione degli aerei a idrogeno

Il progetto Blue Condor porterà un aliante a idrogeno modificato fino a 10mila metri per analizzare l'impatto delle scie di condensazione

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Credits: Airbus

Airbus studia le emissioni diverse dalla CO2 dell’aviazione a idrogeno

(Rinnovabili.it) – Il progetto della Airbus, di creare un aereo commerciale a idrogeno, non indietreggia di un passo. Il costruttore europeo prosegue spedito nel suo programma ZEROe attraverso nuovi test a terra e in volo, con l’obiettivo di raggiungere un livello di maturità tecnologica adatto ad un sistema propulsivo aereo entro il 2025. L’ultima progresso in questa direzione è affidato al progetto Blue Condor di Airbus UpNext e richiede per l’occasione l’impiego di un aliante Arcus-J modificato affinché possa funzionare con H2. Nel dettaglio la società intende portare il mezzo fino a 10mila metri – un’altitudine estrema per un aereo che normalmente naviga sotto i 3.000 metri – per analizzare l’impatto della combustione dell’idrogeno sulle proprietà della scia di condensazione.

“Blue Condor rappresenta una pietra miliare essenziale nel nostro viaggio ZEROe in quanto lancerà la prima serie di test in volo utilizzando un motore a combustione di idrogeno presso Airbus”, spiega Mathias Andriamisaina, capo della sezione Dimostratori a emissioni zero. “Queste campagne forniranno un’eccellente base di conoscenze sull’impatto dell’idrogeno sul comportamento del motore, sulle scie di condensazione e su altre emissioni diverse dalla CO2. Indirizzando così i futuri test di volo per la prossima piattaforma sperimentale ZEROe A380″.

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Arcus-J e la nuova sfida

L’Arcus-J rappresenta una sorta di unicum nel mondo dell’aviazione. È la conversione di un Arcus M di Schempp-Hirth, in un aliante a reazione attraverso l’aggiunta di un reattore PBS TJ-100. Al momento ne esistono pochi esemplari al mondo e ue di questi saranno impiegati nell’esperimento di Blue Condor.

La prima fase del progetto prevede la modifica di uno dei due mezzi al fine di sostituire il sedile del pilota posteriore con un sistema di propulsione a idrogeno. Due serbatoi di idrogeno da 700 bar forniranno carburante al nuovo motore. Il secondo aliante Arcus-J rimarrà invece invariato, continuando ad operare con il suo motore turbojet.

Airbus intende metterli alla prova analizzando e confrontando le proprietà delle rispettive scie di condensazione, le nuvole di cristalli di ghiaccio che possono formarsi dietro un aereo in alta quota. Dal momento che la combustione dell’idrogeno emette circa 2,6 volte più acqua rispetto allo standard JetA/A1, è necessaria un’analisi approfondita per comprendere il suo pieno impatto sulla sua. Valutando anche la dimensione, distribuzione, densità e numero dei cristalli.

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 L’obiettivo della prima campagna di test – lanciata in questi giorni – è convalidare la configurazione complessiva della piattaforma, nonché la gestione del volo in condizioni reali. Una seconda campagna è prevista per novembre 2022 durante la quale l’aliante modificato opererà esclusivamente ad idrogeno. 

La terza campagna, prevista per l’inizio del 2023, vedrà un Grob Egrett – un altro aereo rinomato per le sue capacità di test di lunga durata e ad alta quota – “inseguire” i due alianti acquisendo dati critici grazie a speciali sensori di emissioni.