Già dal 2028 in Svezia voleranno i primi aerei a idrogeno per il trasporto passeggeri
Sembra un’utopia, ma i calcoli li ha fatti la Chalmers University of Technology. Secondo l’ateno quasi tutti i voli entro un raggio di 1200 km potrebbero essere svolti da aerei a idrogeno entro il 2045. Lo studio si concentra sul trasporto aereo nel mercato nordico, ma può dare un’indicazione anche per altri paesi. Niente male, in ogni caso, per un comparto in cui al momento la tecnologia è allo stato embrionale.
Nelle gallerie del vento dell’ateneo svedese, i ricercatori stanno lavorando a motori più efficienti dal punto di vista energetico. Ritengono che si potrà iniziare a volare a zero emissioni nei cieli del paese già nel 2028.
Le proiezioni che hanno affidato a uno studio pubblicato sull’International Journal of Hydrogen Energy mostrano però che c’è ampio spazio per lo sviluppo del settore. I voli a idrogeno potrebbero coprire il 97% delle rotte intra-nordiche e il 58% del volume di passeggeri entro il 2045.
Grandi investimenti e infrastrutture sono necessari per rendere possibile questa transizione. La Svezia, con il cluster di innovazione Swedish Hydrogen Development Center (SHDC), sta unendo forze accademiche e industriali per sviluppare l’aviazione a idrogeno. Nonostante oggi sembri un’utopia, i ricercatori pensano che il 30%-40% dell’aviazione globale sarà alimentata a idrogeno entro il 2050. Raggiungere un tale obiettivo ridurrebbe significativamente le emissioni di anidride carbonica del settore.
Anche la Chalmers University of Technology sta facendo più che “semplici” calcoli. Sta testando infatti nuove tecnologie che possano supportare un passaggio di fase di questa portata. La ricerca si è concentrata sull’ideazione di un serbatoio di carburante più leggero e ben isolato per contenere idrogeno liquido super freddo. Altro capitolo su cui l’ateneo si concentra sono gli scambiatori di calore. Quelli sviluppati da Chalmers, in collaborazione con GKN Aerospace, utilizzano il calore di scarico per preriscaldare il carburante, aumentando l’efficienza del motore e riducendo il consumo di quasi l’8%.