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In Europa, gli aerei a idrogeno saranno più convenienti già nel 2035

Lo sviluppo di velivoli adatti al nuovo vettore energetico è solo il 5% dei costi totali da sostenere. Che per oltre l’80% riguardano produzione, distribuzione e liquefazione dell’idrogeno. Dai 299 miliardi di euro stimati in tutto si possono tagliare 100 mld tenendo il traffico commerciale ai livelli del 2019 e dimezzando i jet privati

Aerei a idrogeno: saranno più convenienti già nel 2035
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Lo studio di Steer commissionato da Transport & Environment sui costi dell’introduzione di aerei a idrogeno

(Rinnovabili.it) – Con le giuste tasse sul kerosene, in Europa gli aerei a idrogeno possono diventare più convenienti di quelli tradizionali già nel 2035. Per quella data, la differenza di costo sarebbe appena del 7,7% in favore dei velivoli a carburante tradizionale. Superabile con una policy a supporto. Lo sostiene uno studio del gruppo di ricerca Steer, commissionato da Transport & Environment (T&E), che ha analizzato i futuri costi di esercizio degli aerei a idrogeno sui voli intraeuropei.

I veri costi degli aerei a idrogeno

Lo sviluppo del nuovo vettore, attrezzato per volare a idrogeno, rappresenta solo una piccola frazione dei costi totali da sostenere per vedere gli aerei a idrogeno volare nei cieli europei, che lo studio stima in 299 miliardi di euro. Solo il 5% del totale, circa 15 miliardi. Lo scoglio maggiore è lo sviluppo di un’economia verde dell’idrogeno, con la produzione di idrogeno verde che dovrebbe assorbire il 54% della spesa generale (circa 161 mld di euro). Quasi un quarto (il 23%) delle risorse andrà invece nella capacità di liquefazione. Seguono poi lo sviluppo di infrastrutture per l’idrogeno negli aeroporti (12%) e la distribuzione del carburante agli aeroporti (6%).

Questo scenario regge se i primi aerei a idrogeno entrano in servizio non oltre il 2035. Per questo T&E chiede che vengano aggiunti degli obiettivi specifici, a livello europeo, per l’introduzione di questi velivoli. L’alternativa è restare nella situazione attuale, in cui l’unica prospettiva è l’impegno volontario di Airbus di sviluppare questa tipologia di aerei entro 12 anni.

C’è poi un modo per tagliare drasticamente i costi dell’introduzione di aerei a idrogeno. Secondo lo studio, si potrebbe passare facilmente da 299 a 190 miliardi di euro complessivi se si regolassero i volumi di traffico aereo. Quello leisure non dovrebbe superare il picco del 2019 (oggi è sotto, dopo la pandemia, ma in ripresa), mentre i voli di jet privati dovrebbero venire dimezzati.

“Non esiste una pallottola d’argento per decarbonizzare l’aviazione. I carburanti sostenibili (SAF), la riduzione della domanda e l’idrogeno svolgeranno tutti un ruolo. Affinché gli aerei a idrogeno decollino nel prossimo decennio, dobbiamo entrare nel circolo virtuoso della regolamentazione, degli investimenti, del calo dei prezzi, con a seguire una maggiore diffusione. Ma il costo deve essere sostenuto dall’industria dell’aviazione e dai suoi utenti, destinando una parte dei proventi delle tasse sul carbonio e sul cherosene alla tecnologia verde, come gli aerei a emissioni zero e i carburanti sostenibili”, spiega Matteo Mirolo di T&E.