Risorsa abbondante e sottoutilizzata, i fanghi di depurazione potrebbero aiutare il comparto aereo ad abbattere le emissioni
La prima raffineria pilota che userà acque reflue come carburante aprirà nell’Essex
Sarà un materiale prodotto in abbondanza, almeno finché l’umanità calcherà la superficie del pianeta. Forse è per questo che la Firefly Green Fuel, un’azienda di Bristol, ha pensato di proporre le acque reflue come materia prima per la produzione di carburante sostenibile per l’aviazione (SAF). Un piano che ha convinto niente meno che la compagnia low cost Wizz Air.
L’azienda sta investendo centinaia di milioni di euro per acquistare fino a 525 mila tonnellate di questo carburante derivato da reflui e prodotto dalla Firefly nei prossimi 15 anni. La startup di Bristol ha firmato accordi per costruire una raffineria pilota nell’Essex, che trasformerà i biosolidi gestiti dalla utility Anglian Water in carburante per aerei. Le compagnie aeree devono garantire che una percentuale minima del loro carburante sia certificata come sostenibile entro il prossimo decennio, con l’UE che richiede almeno il 20% entro il 2035.
Il processo di produzione del carburante dai reflui sfrutta la liquefazione idrotermale (HTL) – una combinazione di alta pressione e calore – dei fanghi di depurazione. Il risultato finale è un mix di biocrude, il prodotto utilizzato per realizzare i SAF, e biochar, scarto che può essere utilizzato come ammendante per il suolo.
L’analisi del ciclo di vita, realizzata in maniera indipendente dalla Cranfield University, ha rivelato che le emissioni di carbonio del nuovo carburante sono di oltre il 90% inferiori a quelle del carburante fossile standard per aerei. “L’intensità di carbonio del nostro processo è di soli 7,97 g CO²e/MJ”, si legge sul loro sito.
Firefly ha già prodotto campioni di biocarburante da liquami chimicamente indistinguibili dal carburante tradizionale, ma deve ancora superare i test normativi e garantirsi i finanziamenti per costruire una raffineria su scala industriale.
La domanda, però, è già lì. Wizz Air si è impegnata a utilizzare il 10% di quello che viene chiamato Sustainable Aviation Fuel (SAF) in tutte le sue attività entro il 2030, il che stimola Firefly ad accelerare le proprie operazioni di allargamento. Il governo britannico prevede la costruzione di cinque impianti commerciali per la produzione di SAF entro il 2025.Tutto bene quindi? Non proprio. Alcuni attivisti, secondo il Guardian, sollevano dubbi sulla sostenibilità di questa idea. Potrebbero esserci alternative migliori, dicono. Ad esempio, l’utilizzo di biosolidi come fertilizzante agricolo. A monte, le loro critiche riguardano il fatto che la produzione di SAF non comporta necessariamente una riduzione netta delle emissioni di carbonio.