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Idrogeno criocompresso per aerei, meglio dell’H2 liquido?

ZeroAvia e Verne stanno collaborando per valutare assieme le opportunità legate forma più densa di stoccaggio dell’idrogeno nel settore aeronautico

Idrogeno criocompresso
Credits: ZeroAvia

Aerei a idrogeno, il futuro inizia oggi

(Rinnovabili.it) – Potrebbe ridurre i costi, accelerare i rifornimenti e sbloccare un 40% in più di autonomia di volo. Queste le promesse legate all’uso dell’idrogeno criocompresso (CcH2) nel settore dell’aviazione. Per testarne la validità della pratica ZeroAvia, produttore di motori per aeromobili, ha stipulato un protocollo d’intesa con la startup Verne, proprietaria di un’esclusiva tecnologia di criocompressione. Le due realtà lavoreranno assieme per valutare congiuntamente le opportunità per l’utilizzo del CcH2 a bordo degli aerei e i potenziali vantaggi derivanti dal ridimensionamento delle infrastrutture di stoccaggio e rifornimento  negli aeroporti. 

 Per ZeroAvia il vettore è ormai parte integrante del piano di sviluppo aziendale. A gennaio dello scorso anno, la società testato in volo un prototipo del suo motore idrogeno-elettrico ZA600 (500-750 kW) a bordo di un aereo Dornier 228 e oggi è impegnata per adattare il prototipo della generazione successiva, lo ZA2000 (da 2-5 MW), su un Dash 8 400 da 76 posti. Per gli aerei più grandi, spiega ZeroAvia sul sito, il carburante a idrogeno liquido è fondamentale. Ma per migliore stoccaggio e prestazioni potrebbe esistere una seconda via: quella dell’idrogeno criocompresso.

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Idrogeno criocompresso, i vantaggi

Questo approccio immagazzina idrogeno gassoso a temperature bassissime, aumentando la densità energetica del carburante, il che potrebbe consentire un’autonomia di volo più lunga. Secondo l’analisi di Verne, l’idrogeno criocompresso può raggiungere una densità di idrogeno utilizzabile maggiore del 40% rispetto all’idrogeno liquido e del 200% rispetto all’idrogeno gassoso a 350 bar. Inoltre, promette di ridurre significativamente i costi di densificazione e di tempo di rifornimento, di aumentare il tempo di dormienza rispetto ai sistemi LH2 e potenzialmente di eliminare lo sfiato per la gestione della pressione.   

“Con i nostri motori a solo un paio d’anni dal volo di passeggeri e merci, per noi è importante trovare le soluzioni ottimali per supportare gli ecosistemi aeroportuali dell’idrogeno”, ha commentato Sergey Kiselev, Direttore aziendale di ZeroAvia. “Aumentare la capacità di stoccaggio e la velocità di rifornimento utilizzando nuove tecnologie è una strada importante per espandere l’aviazione a idrogeno e siamo lieti di lavorare con Verne per valutare il ruolo dell’idrogeno criocompresso”.