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Non solo CO2: NOx e fuliggine sono le emissioni degli aerei più inquinanti

Le emissioni non-CO2 degli aerei hanno un potere climalterante doppio rispetto all’anidride carbonica. Ma non c’è ancora un accordo su come inserirle nell’Ets europeo

emissioni degli aerei
Credits: StarbuckATC da Pixabay

Il report dell’Easa sulle emissioni degli aerei

(Rinnovabili.it) – Le emissioni degli aerei più pericolose per il clima? Fuliggine, nerofumo e ossidi di azoto (NOx). Il loro impatto, infatti, è più del doppio rispetto alle emissioni di CO2 prodotte dal comparto aviazione. E’ il risultato di uno studio condotto dalla European Aviation Safety Agency (Easa), che analizza i modi in cui l’Ue può abbattere le emissioni dell’aviazione.

Una questione centrale nell’ottica della riforma dell’Ets, il mercato del carbonio europeo che attualmente copre poco più del 40% delle emissioni del continente. Al momento, nello strumento rientra anche l’aviazione. Ma soltanto per quanto riguarda le emissioni di CO2.

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L’Easa ha stabilito, per la prima volta, che le emissioni non-CO2 prodotte dagli aerei pesano hanno nel complesso un effetto climalterante doppio rispetto a quelle di anidride carbonica. Ma per avere un’immagine più accurata di quanto contribuisce ciascun elemento serve più ricerca. E per questa ragione, gli autori del rapporto consigliano alla Commissione di non mettere subito un prezzo a queste emissioni degli aerei, cioè di non integrarle nell’Ets prima di 5-8 anni.

Ad ogni modo, lo studio suggerisce che potrebbe essere applicata una tassa monetaria sulle emissioni di NOx e che potrebbero essere inserite nell’Ets per “incentivare i produttori e le compagnie aeree a ridurre queste emissioni”. Per ridurre alla fonte le emissioni non-CO2, l’Easa sostiene che bisogna indicare un obiettivo di miscelazione dei carburanti a livello Ue. Questo aumenterebbe l’uso di carburanti sostenibili per l’aviazione, che hanno livelli di emissioni minori rispetto al kerosene normalmente impiegato.

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Per Jo Dardenne, responsabile aviazione per Transport&Environment, la ricerca “conferma che le emissioni di CO2 sono solo la punta dell’iceberg quando si valuta l’impatto dell’aviazione sul clima”. Ma contesta che l’Ue non possa agire immediatamente. Non solo perché “la Commissione pensa a come trattare le emissioni non-CO2 dell’aviazione dal 2008”, ma anche perché esistono “soluzioni disponibili oggi”.

Tra le quali, inserire subito queste emissioni nell’Ets per incentivare le compagnie a scegliere rotte di volo meno impattanti sul clima (a quote più basse l’impatto di alcune sostanze è minore), affrontare il tema delle scie nella prossima revisione del piano Single European Sky e inserire già alcune misure nella Sustainable and Smart Mobility Strategy che deve essere pubblicata a dicembre.