I Ventisette diluiscono di molto la proposta originaria della Commissione. Flessibilità solo interna sulle tariffe per incentivare mezzi di trasporto alternativi, e un ruolo ridimensionato per il Network Manager, autorità che dovrebbe garantire più efficienza a livello regionale
La riforma del Single European Sky può tagliare il 10% della CO2 del traffico aereo
(Rinnovabili.it) – Meno ambizioni climatiche e più attenzione agli aspetti economici. Il Consiglio dell’Unione Europea ha rimesso mano alla riforma del Cielo unico europeo (Single European Sky), l’iniziativa della Commissione per rendere più efficiente il trasporto aereo in Europa. Ma rispetto alla proposta iniziale dell’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen, il testo uscito dall’aula di Strasburgo dove si sono riuniti il 3 giugno i ministri dei Trasporti dei Ventisette indebolisce la portata trasformativa della riforma.
La Commissione puntava ad adeguare le capacità di controllo del traffico aereo per tagliare costi aggiuntivi, ritardi ed emissioni di CO2. Nel 2019, calcola Bruxelles, i soli ritardi sono costati all’UE 6 miliardi di euro e hanno portato a 11,6 milioni di tonnellate di CO2 in eccesso. C’è poi un altro aspetto importante: obbligare i piloti a volare in uno spazio aereo congestionato piuttosto che prendere una rotta di volo diretta comporta emissioni di CO2 non necessarie, e lo stesso accade quando le compagnie aeree percorrono rotte più lunghe per evitare zone tariffarie con tariffe più elevate.
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Rispetto a questo ventaglio di problemi, il Consiglio risponde “presente” in pratica solo sul versante delle tariffe. Il testo uscito da Strasburgo infatti prevede la possibilità, per i paesi membri, di modificare a piacimento le tariffe all’interno dei propri confini. Una misura che serve per disincentivare certe tratte aeree quando alternative meno inquinanti sono disponibili, in genere su rotaia. Francia e Spagna hanno già messo in campo provvedimenti di questo tipo.
Tolto questo, c’è poco altro di verde nella proposta dei Ventisette. Tanto da far brontolare anche la IATA, l’Associazione internazionale per il trasporto aereo con sede a Montreal. “La riduzione del ruolo del gestore della rete [Network Manager, previsto dalla Commissione, ndr] avrà un impatto diretto sulla capacità di massimizzare l’efficienza della gestione del traffico aereo europeo per ridurre le emissioni”, commenta Rafael Schvartzman, vicepresidente regionale della IATA per l’Europa.
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Su queste premesse i negoziati si annunciano piuttosto tesi. La versione finale del Cielo unico europeo sarà decisa dal trilogo, il formato negoziale che riunisce Consiglio, Commissione ed europarlamento. Proprio quest’ultimo deve ancora rendere nota la sua posizione, che potrebbe arrivare in sede di commissione Trasporti a metà mese per poi passare al voto dell’aula a metà luglio.