Combustibili sostenibili e compensazioni sono i due pilastri della roadmap che dovrà portare alla neutralità climatica il settore che oggi produce il 2,5% delle emissioni globali
L’Icao ha stabilito una roadmap per ridurre (poco) e compensare (molto) le emissioni dell’aviazione
(Rinnovabili.it) – Debole, non legalmente vincolante e piena di false soluzioni. A 7 anni dal Paris agreement, l’Icao è riuscita finalmente ad adottare una roadmap per la neutralità climatica entro il 2050. L’agenzia dell’Onu che regola l’aviazione civile, però, non può imporre nessuna risoluzione ai paesi che ne fanno parte. E, soprattutto, non ha alcuna intenzione di adottare le misure davvero stringenti di cui ci sarebbe bisogno per abbattere le emissioni dell’aviazione.
Il nome stesso del piano segnala che l’obiettivo c’è, ma è tutto fuorché tassativo. La denominazione ufficiale è “collective long-term global aspirational goal (LTAG)”, quindi solo un target verso cui tendere: non c’è davvero l’impegno a raggiungerlo.
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Cosa contiene il piano dell’Icao? La roadmap essenzialmente invita i singoli Stati membri a proporre incentivi per la produzione di combustibili sostenibili per l’aviazione (SAF) e di carburanti per l’aviazione a basse emissioni di carbonio (LCAF). Si punta poi a modifiche di legge che permettano di utilizzare esclusivamente SAF per i voli e a certificare nuove materie prime come valide per la produzione di combustibili sostenibili.
A questo si affianca l’accordo sull’implementazione dello schema CORSIA per l’offsetting delle emissioni dell’aviazione. La fase 1 scatterà nel 2024, ma sarà ancora solo su base volontaria fino al 2027. In sede Icao si è stabilito che l’anno di riferimento per computare i volumi emissivi è il 2019 – quando si toccò il massimo storico, picco da cui il settore è ancora lontano dopo il Covid. Il tetto è fissato all’85% dei valori del 2019: sotto questo livello le emissioni sono regolari, tutto quello che eccede la soglia deve essere compensato.
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Una soluzione, per un settore che produce il 2,5% delle emissioni globali e ha un impatto sul clima molto più ampio se si tiene conto anche dell’altitudine dei voli e dell’impatto delle scie di condensazione, che non convince le ong ambientaliste.
“Non bisogna lasciarsi ingannare dai risultati di questa assemblea. Questo non risolverà il problema dell’aviazione”, ha dichiarato Jo Dardenne di Transport & Environment. “L’unico modo per risolverlo è smettere di bruciare cherosene. Il modo in cui si smette di bruciare kerosene è quello di fissare un prezzo più efficace per il kerosene e di investire in soluzioni alternative”.