La nuova tecnica è in grado di catturare il 92% della CO2 e dellidrogeno dall'acqua marina per creare combustibile liquido
(Rinnovabili.it) – Non sarebbe tutto più semplice se invece del petrolio potessimo utilizzare l’acqua di mare per ottenere carburante e alimentare così i nostri mezzi di trasporto? Quello che potrebbe sembrare una fantasia irrealizzabile è già realtà per la Marina americana, la celebre US Navy. Come riportato in passato da Rinnovabili.it, i ricercatori della Divisione Tecnologia e Scienza dei Materiali del Naval Research Laboratory (NRL) statunitense stanno da tempo studiando la sintesi di carburante a partire dall’acqua di mare.
Ora gli scienziati sono finalmente riusciti a dimostrare il proof-of-concept dell’innovativa tecnologia alimentando un piccolo aereo radiocomandato. Il velivolo, una replica dei P-51 Mustang impiegati dall’esercito statunitense durante la seconda guerra mondiale, ha dato prova delle ottime prestazione del rivoluzionario combustibile.
“Per noi si tratta del raggiungimento di una pietra miliare”, ha affermato il Viceammiraglio Philip Cullom. “Viviamo in tempi molto difficili in cui abbiamo davvero bisogno di pensare in maniera innovativa a come creare energia”. Negli ultimi sei decenni “abbiamo trattato l’energia come l’aria, come qualcosa che è sempre a nostra disposizione, senza preoccuparcene più di tanto. Ma in realtà dobbiamo preoccuparci”. I nuovi sviluppi del progetto sono stati definiti da subito una scoperta rivoluzionaria dal memento che consentirebbero alle navi militari di rimanere in mare per un periodo di tempo molto più lungo di quello attuale, senza bisogno quindi di affiancarsi a petroliere per il rifornimento (un’operazione delicata, soprattutto in caso di maltempo).
LA TECNOLOGIA Il processo dell’NRL inizia estraendo anidride carbonica e idrogeno dall’acqua di mare grazie al passaggio forzato attraverso una cella elettrificata (E-CEM). Quando l’acqua la attraversa, scambia ioni idrogeno prodotti al livello dell’anodo con ioni sodio, acidificandosi. Nel frattempo, al catodo, l’acqua viene ridotta a gas idrogeno mentre viene formato idrossido di sodio. I prodotti finali sono idrogeno e anidride carbonica, mentre l’idrossido di sodio viene ri-aggiunto all’acqua di mare per neutralizzare l’acidità. Nella fase successiva, entrambi i sottoprodotti vengono passati in una camera di reazione riscaldata con l’aggiunta di un catalizzatore ferroso; i gas interagiscono fra loro formando idrocarburi insaturi a catena lunga e metano. A loro volta gli idrocarburi insaturi sono trasformati in molecole da sei a nove atomi di carbonio e quindi convertite in carburante attraverso un catalizzatore al nichel.
OBIETTIVI E TEMPISTICHE I ricercatori sperano che il nuovo carburante possa, un giorno, alimentare non solo le navi ma anche gli aerei. Il costo previsto del combustibile, utilizzando l’innovativa tecnologia, sarebbe nella gamma dei 3-6 dollari al gallone ma prima di portarlo su scala commerciale i ricercatori, in collaborazione con diverse università, intendono migliorare la quantità di CO2 e idrogeno che il processo è in grado di catturare (attualmente al 92% di efficienza). “Abbiamo dimostrato la fattibilità, ora vogliamo migliorare l’efficienza del processo”, ha spiegato Heather Willauer, chimico che ha trascorso quasi dieci anni. Un vantaggio fondamentale è che il combustibile può essere già utilizzato in tutti i motori attualmente impiegati in navi e aerei. Svantaggi? Solo uno, a quanto pare: secondo i ricercatori ci vorrà almeno un decennio prima che le navi americane siano in grado di produrre il proprio carburante a bordo.
GUARDA IL PRIMO TEST DELL’US NAVY CON IL CARBURANTE OTTENUTO DALL’ACQUA DI MARE