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A Philadelphia la smart grid sposa i treni elettrici

(Rinnovabili.it) – L’evoluzione tecnologica ha fatto sì che i treni elettrici siano divenuti dei veri e propri modelli di trasporto veloce, silenzioso ed ecologico.  Ancora oggi devono pagare però lo scotto di una fastidiosa inefficienza Parliamo della perdita energetica a cui si assiste quanto un convoglio frena entrando in stazione, perdita presente anche nel caso di motori elettricamente invertiti.

In un treno elettrico convenzionale, l’energia elettrica generata durante l’arresto viene normalmente recuperata andando ad alimentare la terza rotaia o le linee elettriche aeree. Il problema è che questo sistema ha una capacità molto limitata di assorbire un flusso improvviso di energia e, come risultato, la tensione del terzo binario aumenta considerevolmente; per evitare l’instabilità del sistema, se la tensione sale troppo l’energia in eccesso viene dissipata sotto forma di calore. In sostanza, nonostante il recupero energetico sia semplice, la rete elettrica del sistema ferroviario non ha capacità sufficiente per assorbire grandi quantitativi di elettricità.

Per ovviare al problema la Southeastern Pennsylvania Transportation Authority (SEPTA) ha progetto nel 2010 un sistema sperimentale per il recupero dell’energia dei convogli in frenata, che dovrebbe consentire un taglio di almeno 1200 tonnellate di anidride carbonica ogni anno, contribuendo inoltre a garantire l’energia elettrica necessaria nei momenti di picco della domanda da parte dell’utenza. Il progetto è stato lanciato a livello pratico proprio in questi giorni sulla linea Market-Frankford, una tratta della rete cittadina di Philadelphia. Dal 27 giugno, infatti, un banco di batterie agli ioni di litio, con una capacità di stoccaggio di circa 500 kWh, ha il compito di immagazzinare l’energia di frenata e rimetterla nella rete elettrica regionale; il successo dei primi giorni di operatività fa ben sperare la SEPTA, fermamente intenzionata ad espandere il progetto a tutte le sue linee.

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