Il tempo stringe e sono numerose le scadenze della Direttiva Case Green fissate con l’ambizione di trasformare l’intero parco immobiliare europeo in un patrimonio composto da edifici ad Emissioni Zero (ZEB).
Il perché di questo ambizioso target si spiega da sè attraverso i numeri stessi citati nel testo europeo: agli edifici sono imputabili circa metà delle emissioni del particolato fine (PM2,5) dell’Unione e circa il 40% dei consumi energetici finali. Ma il cambiamento radicale dovrà passare dalla ristrutturazione di almeno 35 milioni di unità immobiliari europee entro il 2030.
L’Italia, e gli altri Stati Membri, sono quindi chiamati all’azione, trasformando il proprio patrimonio costruito, migliorando la qualità della vita dei cittadini ed assicurando un risparmio energetico ed emissivo ambizioso.
L’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) stabilisce alcune cruciali scadenze essenziali per non mancare l’obiettivo finale di Decarbonizzazione entro il 2050.
Direttiva Case Green: le scadenze per l’Italia per il residenziale
La prima data da segnare sul calendario tra le scadenze della Direttiva Case green è il 31 dicembre 2025, entro la quale l’Italia dovrà recepire il testo e trasmettere alla Commissione un primo Piano di ristrutturazione degli edifici. Da quel momento in poi proseguiranno serrati gli obiettivi da raggiungere diversificandosi tra il comparto residenziale, quello pubblico e le nuove costruzioni.
Per gli edifici residenziali l’obiettivo sostanziale sarà la riduzione del consumo medio di energia primaria kWh/ (m² a) del patrimonio immobiliare:
- del 16% entro il 2030
- del 20-22% entro il 2035
- ed una progressiva riduzione con revisione ogni 5 anni fino alla decarbonizzazione totale al 2050.
Entro il 29 maggio 2026 l’Italia dovrà inoltre stabilire una traiettoria per la ristrutturazione progressiva del parco immobiliare residenziale adottando i relativi decreti legislativi nazionali. L’obiettivo sarà un calo del consumo medio di energia primaria in kWh/(m² a) dell’intero parco immobiliare residenziale durante il periodo 2020-2050 e dovrà individuare il numero di edifici residenziali e unità immobiliari residenziali o la superficie coperta da ristrutturare ogni anno, compreso il numero o la superficie coperta del 43 % degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori e delle unità immobiliari residenziali.
Direttiva Case Green: le scadenze per l’Italia per gli edifici pubblici
Per gli edifici Pubblici e non residenziali invece, l’Italia e gli Stati membri dovranno stabilire delle norme minime di prestazione energetica che garantiscano, a questa tipologia di edifici, di non superare un dispendio energetico massimo calcolato in kWh/ (m² a) e indicato dalla Direttiva EPBD come “soglia massima si prestazione energetica”. Per rispettare le scadenze della Direttiva Case Green il Non residenziale dovrà quindi garantire che:
- entro il 2030 siano riqualificati almeno il 16% degli edifici pubblici più energivori che dovranno risultare al di sotto di questa soglia massima;
- entro il 2033 siano riqualificati almeno il 26% degli edifici pubblici più energivori garantendo un dispendio energetico al di sotto di questa soglia massima.
Dal 2028 le nuove costruzioni saranno ZEB
A partire dal 1° gennaio 2028 tutti gli edifici di nuova costruzione di proprietà degli enti pubblici dovranno essere a Emissioni Zero. Obiettivo che si applica a tutte i nuovi edifici costruiti a partire dal 1° gennaio 2030.
Obbligo Fotovoltaico
Un edificio elettrificato è un edificio che non deve dipendere dalle fonti fossili, per questo motivo la direttiva sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici fissa dei paletti anche per dotare gli immobili di sistemi di produzione energetica solare.
Si parte dal 31 dicembre 2026, prima scadenza della Direttiva Case Green che imporrà di installare il fotovoltaico su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 mq. Per arrivare, attraverso tempistiche intermedie, ad un’installazione di impianti solari fotovoltaici sulla totalità degli edifici esistenti entro il 31 dicembre 2030.
Stop alle caldaie a combustibili fossili
L’addio agli incentivi riservati alle caldaie alimentate a combustibile fossile si avrà già alla fine dell’anno in corso. Mentre dal 2040 non sarà più possibile installare questa tipologia di impianti; si potranno comunque riparare quelli ancora in funzione.