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L’Ue inserisce anche i trasporti in tassonomia verde. Ma così salva le fossili

Bruxelles rilascia la bozza di atto delegato con cui introduce i criteri per considerare sostenibili gli investimenti in aerei e navi. T&E: troppe scappatoie, allunga la vita ai combustibili fossili

Trasporti in tassonomia verde: nuove regole anche per navi e aerei
Foto di Erich Westendarp da Pixabay

L’inclusione dei trasporti in tassonomia verde è in consultazione pubblica dal 5 aprile per 4 settimane

(Rinnovabili.it) – Navi e aerei fanno ingresso nella lista degli investimenti considerati sostenibili dall’Ue. Ma con criteri che permettono scappatoie e greenwashing per industria e operatori di settore. Una scelta, quella di Bruxelles di includere i trasporti nella tassonomia verde con un nuovo atto delegato, che ha fatto sollevare un sopracciglio a diversi stati membri oltre che alle ong specializzate.

Secondo la proposta, pubblicata il 5 aprile con l’avvio della fase di consultazione pubblica, alcuni investimenti nel leasing dell’aviazione, nella produzione e nei voli passeggeri e merci, se rispettano determinati criteri, potranno essere considerati sostenibili e, quindi, diventare più appetibili per gli investitori. Idem per determinati investimenti per rendere le navi più efficienti.

Cosa prevede l’inclusione dei trasporti in tassonomia verde?

L’atto delegato dà luce verde, ad esempio, alla produzione di aeromobili con zero emissioni di CO2 allo scarico o con emissioni di CO2 inferiori ai limiti fissati dall’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile per i nuovi aerei. Con il vincolo che tutti questi aerei, a partire dal 2028, dovranno anche essere in grado di funzionare con carburanti sostenibili.

Le due condizioni valgono anche per il settore navale: l’inclusione di questi trasporti nella tassonomia verde assegna l’etichetta green al naviglio che ha zero emissioni dirette di CO2 o dimostra una bassa intensità di gas serra per unità di consumo energetico e prestazioni minime di efficienza energetica. A cui si aggiunge una terza possibilità: superare del 20% le linee di riferimento EEDI (un indice dell’efficienza energetica del design) applicabili dal 1° aprile 2022 secondo le direttive dell’Organizzazione marittima internazionale.

In questo modo, la Commissione punta a tagliare nel breve termine le emissioni generate da aviazione e shipping, oltre a presentare all’industria degli incentivi per carburanti sostenibili e la ricerca su nuove tecnologie.

Fossili dipinte di verde

Ma questi criteri non farebbero molto più che prolungare la vita delle fossili, attacca l’ong Transport & Environment. Nel settore aereo, ad esempio, T&E calcola che soddisferebbe questi criteri il 90% del portafoglio ordini attuale di Airbus e quasi 1/3 della flotta futura di Ryanair. Mentre nel settore navale l’inclusione delle navi a Gnl non calcola il vero impatto di questo sistema di propulsione. Sulla carta, questa tipologia di navi emettono meno CO2 rispetto ai carburanti tradizionali. Ma non se si includono le emissioni di metano e quelle downstream. Che spesso, sottolinea l’ong, rendono il Gnl “peggiore per il clima rispetto ai combustibili tradizionali che sostituisce”.

“L’inclusione di aerei e navi inquinanti è il chiodo nella bara della Tassonomia dell’UE. Se gli aerei che vanno a petrolio e le navi che vanno a gas sono ora considerati sostenibili, c’è poca speranza per la Tassonomia. I legislatori europei devono votare contro questa misura e salvare ciò che ne rimane”, commenta Faig Abbasov, direttore del settore navale di T&E.