Rinnovabili

Per tagliare davvero i sussidi fossili in Europa bisogna contare anche quelli impliciti

Sussidi fossili in Europa: come accelerare il phase out?
Foto di Bruno /Germany da Pixabay

Il rapporto di Climate Action Network sulla nuova crescita dei sussidi fossili in Europa

(Rinnovabili.it) – L’Ue deve adottare una definizione formale di “sussidi fossili” per riuscire ad eliminarli prima e in modo più completo. Toccando anche i sussidi impliciti, E inserire nei vari Pniec nazionali più trasparenza su questo tema. Il suggerimento arriva da Climate Action Network (Can) in un dossier dedicato ad analizzare la situazione dei sussidi fossili in Europa.

Negli ultimi 15 anni, i sussidi alle fossili sono calati molto lentamente – troppo lentamente per restare in linea con i ritmi necessari per la transizione. E dopo il tonfo del 2020 (sono scesi a 52 mln euro, soprattutto per il rallentamento dei trasporti) la curva è tornata a crescere, prima per il rimbalzo post-Covid e poi come risposta di molti paesi europei alle difficoltà energetiche generate dalla guerra in Ucraina.

Dopo il 2020, “i sussidi ai combustibili fossili sono aumentati in tutti gli Stati membri” tanto che “almeno 18 Stati membri dell’UE hanno tagliato le tasse sul carburante, per rispondere all’aumento del prezzo dell’energia in seguito alla guerra in Ucraina”. Il problema, nota Can, è che tagli delle accise sui carburanti e i tetti al prezzo indiscriminati “aumentano la domanda di combustibili fossili e nella maggior parte dei casi non sono mirati a proteggere le famiglie a basso reddito. Ad esempio, nell’UE, il 10% più ricco delle famiglie spende 8 volte di più in gasolio e benzina rispetto al 10% più povero”.

Ricette per staccare la spina ai sussidi fossili in Europa

Per cambiare rotta, non solo l’Ue deve dotarsi di una definizione-guida di sussidi fossili, ma deve costruirla integrando anche i sussidi “impliciti”, cioè i “costi nascosti” delle fossili che non vengono pagati dalle compagnie e ricadono interamente sulla società: “sono una sorta di sussidio perché gli inquinatori non pagano per i danni che causano”, sostiene il rapporto. Che consiglia di adottare la definizione del Fondo monetario internazionale per tagliare i sussidi fossili in Europa. Secondo i calcoli del Fmi, infatti, nel 2020 i sussidi sono arrivati al 2% del Pil europeo, cioè quasi 260 miliardi di euro.

Il secondo step dovrebbe vedere più attenzione a questi sussidi nei Piani nazionali energia e clima che saranno rivisti nel 2023-24. I Pniec “dovrebbero essere utilizzati dagli Stati membri per aumentare la trasparenza dei sussidi ai combustibili fossili attraverso un monitoraggio e una rendicontazione coerenti di tali sussidi, dei progressi compiuti nella loro graduale eliminazione e di una tabella di marcia per la loro cessazione, compresi obiettivi annuali”.

Exit mobile version