Dal 2016, quando il Paris Agreement ha reso meno conveniente finanziare le fossili, le maggiori banche europee hanno continuato a garantire supporto ma in forma più mascherata. Meno prestiti, più obbligazioni. I numeri di questo fenomeno
L’inchiesta pan-europea ha analizzato solo 1.700 emissioni obbligazionarie, la punta dell’iceberg
(Rinnovabili.it) – Da quando è entrato in vigore l’Accordo di Parigi, molte grandi banche europee come Deutsche Bank, HSBC, Barclays, BNP Paribas e Crédit Agricole hanno permesso alle compagnie fossili di recuperare più di 1.000 miliardi di euro dai mercati obbligazionari per sostenere progetti di espansione di petrolio, gas e carbone. Una forma di supporto meno “visibile” e diretta rispetto ai prestiti. Tutto questo mentre gli stessi istituti di credito davano molta pubblicità ai loro sforzi di togliere gradualmente supporto alle fossili.
Il lato più oscuro del supporto alle fossili
Lo rivela un’inchiesta realizzata da diversi quotidiani europei congiuntamente a Investico e Follow The Money. Che rivela quella che, probabilmente, è solo la punta dell’iceberg. Sotto la lente, infatti, sono finite solo una piccola porzione delle transazioni finanziarie che possono garantire supporto alle fossili. I 1.000 miliardi di euro sono il denaro mobilitato da appena 1.700 emissioni obbligazionarie, selezionate perché riferite a compagnie che hanno esplicitamente affermato di voler continuare a espandere i loro progetti di estrazione delle fossili.
Ma reperire fondi sui mercati per questo tipo di operazioni è diventato più difficile e più “costoso” in termini di immagine negli ultimi anni, soprattutto dopo il Paris Agreement. L’inchiesta dimostra che dal 2016, tra i diversi modi per reperire risorse da parte delle compagnie fossili, la quota delle obbligazioni ha fatto un balzo avanti notevole. Da circa il 30% nel 2015 si è passati al 50% nel 2020. Soprattutto a scapito del più “tradizionale” strumento del prestito. Transazioni, quelle legate ai bond, che peraltro le banche difficilmente fanno valere nei loro bilanci di sostenibilità. Risultando così molto più “green” di quanto non siano.
Secondo l’inchiesta, Deutsche Bank è la banca europea più attiva su questo fronte. In totale i suoi movimenti a favore delle compagnie fossili hanno raccolto 432 miliardi di euro dal 2016. Allo stesso tempo, la banca ha promesso di ridurre le sue “emissioni finanziate” per il settore del petrolio e del gas del 23% entro il 2030 e del 90% entro il 2050.