di Isabella Ceccarini
Le imprese davanti alle sfide ambientali e sociali
(Rinnovabili.it) – L’Osservatorio permanente sulla Sostenibilità Sociale d’Impresa (SSI) ha l’obiettivo di conoscere, approfondire e comunicare il contributo delle imprese nell’affrontare l’impatto che la situazione attuale ha sulle persone e sulla società.
Guerra, crisi energetica e ambientale, transizione ecologica e digitale sono i grandi temi che chiamano i governi e le persone a fronteggiare cambiamenti epocali destinati a cambiare il mondo in cui viviamo e che abbiamo conosciuto finora. Il secondo Rapporto sulla sostenibilità sociale d’impresa ha un titolo eloquente: Guidare la transizione sociale. Si basa su un questionario di autocompilazione inviato a un campione di 800 aziende italiane, operanti sia in Italia che all’estero.
Cresce l’importanza della sostenibilità per le imprese
Il campione fa parte delle imprese italiane più sensibili ai temi della sostenibilità; l’obiettivo dell’indagine è conoscere le strategie attuate e offrire un quadro di riferimento utile a chi vuole seguirne le orme. Hanno riposto 127 aziende, pari al 16%; inoltre, sono presenti 21 case histories di imprese associate a Fondazione Sodalitas che presentano casi pratici di iniziative di sostenibilità sociale.
Dal Rapporto è evidente che le aziende hanno ben chiara l’urgenza di rispondere alle sfide ambientali e sociali attuali, e soprattutto sono coscienti di rivestire un ruolo determinante affinché la società diventi più equa e sostenibile. Infatti, negli ultimi cinque anni per il 91% delle imprese la sostenibilità sociale è cresciuta di importanza, tanto da essere ritenuta un’emergenza più preoccupante anche rispetto a quella ambientale.
Un valore di riferimento
La sostenibilità è ormai un valore di riferimento importante per la quasi totalità delle imprese (moltissimo 44%, molto 45%, abbastanza 9%). Delle tre dimensioni della sostenibilità, quella economica è in testa (per il 93% delle imprese è moltissimo o molto importante) seguita da quella sociale (88%) e ambientale (84%).
Anche rispetto ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agendo 2030 delle Nazioni Unite, la sostenibilità sociale stacca quella ambientale in modo significativo: il 69% delle imprese indica il Goal 8 (lavoro dignitoso e crescita economica), il 64% il Goal 5 (parità di genere), il 61% il Goal 3 (salute e benessere delle persone). Il Goal 13 (lotta al cambiamento climatico) è una priorità solo per il 51% delle aziende.
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Attenzione ai dipendenti e all’inserimento dei giovani
La priorità della sostenibilità sociale d’impresa si evidenzia anche nella posizione di primo piano riservata ai dipendenti, che superano sia i consumatori che la comunità locale. A questo proposito, è cambiata la concezione di benessere: non più solo fisico o economico, ma anche psicologico e relazionale. Tutti aspetti che incidono sulla vita in azienda e riguardano qualità del lavoro, welfare aziendale, parità di genere, diversità e inclusione, formazione.
La sostenibilità sociale d’impresa diventa realisticamente credibile se si impegna a favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso collaborazioni con università, inserimento in apprendistato, partecipazioni a percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, prestazioni aziendali nelle scuole. Dopo il Covid i giovani hanno cambiato in parte le loro aspettative, cercano una conciliazione vita-lavoro (79%), una maggiore flessibilità (69%, anche con uno smart working parziale), formazione (61%) e chiarezza sul percorso professionale (59%).
Sostenibilità sociale d’impresa e interventi per la comunità
Per la sono importanti anche gli interventi a favore della comunità che vanno dalla promozione/sponsorizzazione di attività (76%) al finanziamento di progetti per il terzo settore (51%). Solo il 36% sono le iniziative di volontariato che coinvolgono i dipendenti. Per diventare più equa e sostenibile, la società ha quindi bisogno di mettere in moto importanti cambiamenti. Chi è in grado di dare il contributo più efficace? Le grandi imprese si assegnano un ruolo di primo piano (72%) subito dopo il Governo (73%) e prima dei cittadini (63%).
Significativo il fatto che la scuola e l’università (57%) e l’Unione Europea (53%) siano staccate di molte posizioni: segno forse di una scarsa fiducia nei sistemi formativi (nonostante le tante eccellenze presenti in Italia) e nelle istituzioni europee che le imprese sentono distanti dalle loro esigenze.
Il ruolo dell’impresa per la coesione sociale
I dati raccolti confermano che la rilevanza della sostenibilità sociale d’impresa è aumentata rispetto al passato. Se da un lato i temi sociali sono sempre più centrali, dall’altro le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo di primo piano in questo ambito.
«Investire in sostenibilità sociale significa realizzare con credibilità, capacità finanziaria, innovazione e visione nel tempo una strategia multistakeholder necessaria per la crescita dell’azienda e lo sviluppo della società. La Fondazione Sodalitas intende affiancare e supportare le imprese nel perseguire una strategia di sostenibilità sociale aprendo una nuova prospettiva che veda l’impresa come protagonista dello sviluppo della coesione sociale del Paese», ha dichiarato Alberto Pirelli, presidente di Fondazione Sodalitas.