Lo studio dell’università di Cambridge analizza la sostenibilità delle assicurazioni
(Rinnovabili.it) – Più aumentano gli impatti negativi del cambiamento climatico, più le assicurazioni sono restie a offrire polizze nelle regioni più soggette a eventi estremi. Se in regioni come la Florida o la California i premi delle assicurazioni sono arrivati a livelli proibitivi per gran parte della popolazione, non è raro che nei paesi più vulnerabili al climate change le compagnie assicurative decidano di non offrire alcuna copertura. Eppure, per proteggere questi paesi dal rischio climatico basterebbe 1 miliardo di dollari l’anno, senza brutte sorprese per assicurazioni e riassicurazioni.
Lo afferma uno studio dell’Institute for Sustainability Leadership dell’università di Cambridge che ha passato al vaglio la reale sostenibilità delle assicurazioni per i paesi più soggetti a disastri climatici. Smontando l’idea, oggi dominante, che sia economicamente impossibile proteggere queste regioni con gli strumenti che abbiamo a disposizione oggi.
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Lo studio, condiviso in anteprima con l’agenzia stampa Reuters, conclude che analizzando le previsioni sull’impatto futuro di eventi estremi come inondazioni, cicloni, siccità e aumento del livello dei mari nei paesi meno sviluppati, questi ultimi possono essere assicurati contro il rischio climatico almeno fino al 2050 senza scossoni per i riassicuratori e altri soggetti che si muovono sul mercato dei capitali.
“Si tratta di un risultato enorme, perché c’è il preconcetto che questi paesi siano intoccabili”, spiega Ana Gonzalez Pelaez, autrice principale dello studio. “In effetti, abbiamo i numeri che dimostrano che possono essere assicurati”.
Su questa base si innesta il contributo dei paesi donatori. Con un esborso di 1 miliardo di dollari l’anno – 1 centesimo del volume di finanza climatica che i paesi più ricchi oggi veicolano verso quelli in via di sviluppo per misure di mitigazione e adattamento – i ricercatori di Cambridge sostengono che sarebbe possibile ammortizzare in modo sostanziale i premi assicurativi, rendendo le polizze più accessibili per i 100 paesi più vulnerabili.
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Anche fornendo appena 10 mln $ per ciascun paese, secondo le proiezioni dello studio, questi fondi potrebbero fruttare da 200 a 300 milioni di dollari per paese in una protezione annuale prestabilita, per un totale di 25 miliardi di dollari se distribuiti in 100 paesi. “L’idea è quella di utilizzare questa nuova fonte di finanziamento per proteggere questi paesi a livello strutturale”, ha affermato Rowan Douglas, coautore della ricerca. “Al momento non esiste alcun prodotto che protegga le economie nazionali in questo senso”, ha aggiunto Douglas.