La stampa 3D ha prodotto oggetti più resistenti e flessibili grazie ai rifiuti di legno
(Rinnovabili.it) – I metodi tradizionali di lavorazione degli oggetti in legno si basano un processo laborioso. I passaggi sono taglio, segatura e levigatura, con conseguente produzione di notevoli rifiuti sotto forma di trucioli. Anche a questo tradizionale compito umano, gli scienziati hanno trovato un’alternativa. La collaborazione tra Rice University e Oak Ridge National Laboratory ha portato alla scoperta di riciclo dei rifiuti in legno in inchiostro per la stampa in 3D di oggetti simili… al legno stesso. Il lavoro pionieristico è stato documentato in un articolo su Science Advances.
Ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale è la stella polare che ha guidato i ricercatori. Il processo prevede la triturazione dei rifiuti di legno in particelle fini, che vengono poi trattate con sostanze chimiche per separare cellulosa e lignina. Ne derivano nanocristalli e nanofibre che vengono quindi ricombinati con acqua per formare un inchiostro adatto alla stampa in 3D.
Utilizzando il suo “inchiostro di legno”, il team ha stampato con successo vari oggetti su piccola scala. Tra questi, tavolini e sedie in miniatura. Attraverso un processo di liofilizzazione e trattamento termico, gli oggetti stampati vengono trasformati in strutture in legno o simili ad esso. Regolando i parametri di stampa è possibile inoltre introdurre texture di legno autentiche negli oggetti stampati, migliorandone l’aspetto estetico.
I prodotti finiti sono così somiglianti che conservano perfino l’odore del legno. Altra caratteristica interessante è la resistenza. I test effettuati dagli scienziati hanno rivelato che gli oggetti stampati mostravano una resistenza fino a sei volte più forte rispetto ai loro corrispettivi in legno di balsa. La flessibilità, infine, è fino a tre volte superiore.
Sebbene attualmente il focus sia ad oggi sugli oggetti su piccola scala, i ricercatori immaginano applicazioni più ampie. Ad esempio, mobili su scala industriale e anche strutture architettoniche. Chissà che nei centri commerciali dedicati all’edilizia non arrivino presto i mobili stampati in 3D.