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Eolico, auto elettriche e CCS frenano la transizione energetica dell’Europa

Transizione energetica Europa: eolico, EV e CCS i colli di bottiglia
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L’Europa ha ridotto le emissioni di gas serra del 30% tra il 1990 e il 2021. Ma se continua al ritmo attuale, l’UE e la Gran Bretagna sforeranno i loro obiettivi sul clima al 2030 di 200 milioni di tonnellate di CO2, cioè del 9%. Dato che potrebbe lievitare al 29% se si includono anche le emissioni da agricoltura, rifiuti e uso del suolo. Per correggere la rotta bisogna colmare il gap di investimenti nella transizione energetica dell’Europa: servono 1.000 miliardi di dollari l’anno. Il doppio di oggi. Mentre gli investimenti nelle rinnovabili dovrebbero crescere del 23% rispetto ai livelli del 2023. Sono le stime presentate nel rapporto New Energy Outlook: Europe di BloombergNEF.

“Per evitare di sforare i suoi obiettivi climatici, l’Europa dovrà anche fare progressi nell’affrontare altre emissioni nette di gas serra, da settori come l’agricoltura, il cambiamento dell’uso del suolo e i rifiuti”, ha affermato Emma Champion, autrice principale del rapporto. “Quando teniamo conto delle emissioni oltre la CO2 dal settore energetico, il rischio di superamento per gli obiettivi climatici del 2030 è ancora maggiore, potenzialmente fino a un superamento del 29%”, aggiunge.

Le priorità per la transizione energetica dell’Europa

Su cosa agire e come, per rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 – e posizionarsi al meglio per centrare quelli intermedi al 2040, ancora in via di definizione? L’elettrificazione è il motore dietro i 2/3 delle riduzioni di emissioni che sarebbero così conseguite tra il 2024 e il 2050.

Più in dettaglio, BNEF fissa 3 priorità per adeguare la transizione energetica dell’Europa a uno scenario compatibile con emissioni nette zero:

Sull’eolico, BNEF ravvisa “notevoli difficoltà dovute ai ritardi nelle autorizzazioni nei mercati chiave, tra cui l’Italia”. L’eolico è quindi uno dei colli di bottiglia della transizione energetica dell’Europa. Le difficoltà del settore “potrebbero limitare la fornitura su larga scala necessaria, anche se la tecnologia rappresenta una delle opzioni più economiche per decarbonizzare l’approvvigionamento energetico”.

Altra barriera: portare alla scala adeguata la cattura e stoccaggio della CO2. La capacità richiesta nello scenario Net Zero richiederebbe un aumento di 8,5 volte degli investimenti nella tecnologia rispetto ai livelli del 2023, per il resto di questo decennio.

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