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La produzione globale di acciaio è sempre più verde, ma il carbone resta

Con i progetti di acciaierie basate su forni elettrici annunciati finora, a livello globale siamo ad un soffio dal raggiungere la quota indicata dall’Agenzia internazionale dell’energia per allinearsi a una traiettoria net zero

Produzione globale acciaio: sempre meno emissioni, ma il carbone resta
Foto di Ian Talmacs su Unsplash

I dati di Global Energy Monitor sulla produzione globale di acciaio

L’anno scorso, la stragrande maggioranza (il 93%) delle acciaierie di nuova costruzione in tutto il mondo erano basate su forni elettrici (EAF), che producono acciaio secondario da rottami ferrosi e sono alimentabili al 100% con energia rinnovabile. E cala sempre più rapidamente la produzione globale di acciaio basata sul carbon coke, se si considerano i dati della nuova capacità pianificata e quelli delle chiusure. Allo stato attuale, la variazione anno su anno è +171 milioni di tonnellate l’anno (mtpa) da altoforni (cioè ad alte emissioni), +310 mtpa da forni elettrici (a basse emissioni) e altre 80 mtpa di cui la tecnologia impiegata non è nota.

Se tutti questi nuovi sviluppi e i ritiri annunciati saranno concretizzati, la produzione globale di acciaio dovrebbe attestarsi appena al di sotto dell’obiettivo per emissioni nette zero dell’IEA del 37% di produzione di acciaio EAF entro il 2030. Obiettivo che, dati e tendenze alla mano, è “sempre più raggiungibile” per un settore che, oggi, genera il 5% delle emissioni europee e il 7% di quelle mondiali. Il comparto è passato da una quota di forni elettrici del 24% nel 2020 al 31% nel 2021, per poi restare sostanzialmente piatto salendo al 32% nel 2023. Con le nuove installazioni e i ritiri annunciati, la quota dovrebbe salire al 36% entro fine decennio.

Restano delle possibili pietre d’inciampo lungo il percorso di transizione della produzione globale di acciaio, spiega un rapporto di Global Energy Monitor rilasciato di recente. Nonostante i progressi degli EAF e della tecnologia DRI (riduzione diretta del ferro), e benché nel 2023 siano stati chiusi più altiforni di quanti ne siano stati avviati, c’è ancora chi scommette su nuova capacità basata sul carbone. Ciò costituisce “un rischio per il clima” ma anche un pericolo in termini di crediti incagliati per gli investitori.

In più, le proiezioni sulla diffusione dei forni elettrici si basano su annunci, di cui ben pochi sono già in cantiere. Infatti, mentre la produzione di acciaio EAF a basse emissioni viene annunciata a ritmi record, meno del 14% di questa potenziale capacità è attualmente in fase di costruzione. I dati mostrano che di tutti i progetti che hanno effettivamente iniziato la costruzione, quasi il 46% è ancora basato su altiforni.

“I progressi sono promettenti per una transizione verso l’acciaio verde. Mai prima d’ora è stata in cantiere una produzione di acciaio con così poche emissioni ridotte. Allo stesso tempo, la creazione di capacità basata sul carbone è preoccupante. Ciò di cui l’industria ha bisogno ora è di rendere questi piani di sviluppo pulito una realtà, mentre si allontana dagli sviluppi basati sul carbone”, commenta Caitlin Swalec di Global Energy Monitor.

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