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Overtourism: sette le città italiane a rischio per il troppo turismo

Overtourism
Foto di Levi van Leeuwen su Unsplash

“Una gestione poco consapevole dei flussi turistici rischia di trasformare un’opportunità in una preoccupante minaccia”

Sovraffollamento, impatto sulla qualità della vita, pressione sulle risorse, danni ambientali e scarsa sostenibilità. Sono solo alcuni dei rischi che le nostre città corrono quando il turismo di massa diventa “troppo”. Questo fenomeno si chiama Overtourism e grazie all’Istituto di ricerca Demoskopika, per la prima volta possiamo tracciare una classifica delle città italiane più sofferenti proprio a causa del troppo turismo.

Come si calcola l’indice di sovraffollamento turistico?

Sono sette le città italiane con un indice “molto alto” di Overtourism. Ma prima di scoprire quali sono le mete più a rischio, è bene capire in che modo sono state mappate queste realtà. Alla base della classifica c’è l’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICST), ideato in chiave sperimentale da Demoskopika e che permette di valutare complessivamente il sovraffollamento turistico attraverso una combinazione di indicatori che riflettono diverse dimensioni dell’impatto turistico su base provinciale. 

Cinque gli indicatori utilizzati per stilare la classifica dell’Overtourism delle città italiane: densità turistica, densità ricettiva, intensità turistica, utilizzazione lorda e quota di rifiuti urbani attribuibili al settore turistico.  

Grazie all’indice ICST è possibile comprendere come il fenomeno del turismo agisca sui sistemi locali, quale impatto abbia a seconda della densità di popolazione, sull’uso delle infrastrutture ricettive, sull’intensità dell’interazione turistica rispetto ai residenti e, infine, sull’impatto ambientale relativo alla gestione dei rifiuti. 

“L’overtourism non solo minaccia la sostenibilità delle nostre destinazioni più amate ma rischia anche di compromettere la qualità dell’esperienza per i visitatori e la qualità della vita per i residenti”, sottolinea Raffaele Rio, presidente di Demoskopika. “Il sovraffollamento turistico è un campanello d’allarme che ci chiama ad agire, promuovendo un turismo più responsabile e sostenibile”.

Le città italiane più a rischio per Overtourism

Scopriamo ora quali sono le città che più soffrono di overtourism in base all’indice icts.

Con Livello di rischio “Molto Alto” guidano la classifica Rimini, Venezia, Bolzano, Livorno, Trento, Verona e Napoli.  Per queste località il sovraffollamento comincia a essere più che preoccupante, con impatti critici sulla qualità della vita locale e sulla sostenibilità delle destinazioni turistiche. 

Hanno un Livello di rischio “Alto” destinazioni turistiche come Roma e Firenze. In questo caso a soffrire di più sono le risorse locali con evidenti problemi di gestione dei flussi turistici. 

L’altra faccia della medaglia, ovvero le città che meno risentono dell’overtourism sono Benevento, Rieti, Reggio Calabria, Isernia e Campobasso con un indice “Molto Basso”. In queste città il sovraffollamento turistico è minimo, con impatti limitati su infrastrutture e residenti. Nella mappa elaborata dai ricercatori di Demoskopika, si passa dai 64 turisti per residente a Bolzano, a meno di 1 turista per abitante a Benevento.

Analizzando la concentrazione di turisti per unità di superficie, Venezia registra oltre 14.000 turisti per km quadrato contro gli appena 41 di Enna. Anche la mole di rifiuti urbani risente del sovraffollamento turistico. In questo caso, il valore dei rifiuti prodotti pro capite è ottenuto dalla differenza tra la produzione pro capite di rifiuti urbani della popolazione residente e la produzione pro capite di rifiuti urbani della “popolazione equivalente”, ovvero quella ottenuta aggiungendo alla popolazione residente le presenze turistiche registrate nell’anno e ripartite sui 365 giorni. I valori rilevati sono anche in questo caso molto diversi tra città e città: si va dai 71,65 kg per turista della destinazione provinciale di Rimini ad una valore minimo di 0,92 kg per turista registrato dal territorio di Isernia.

Una gestione poco consapevole e sostenibile dei flussi turistici rischia di trasformare una grande opportunità di arricchimento culturale e sviluppo economico in una preoccupante minaccia per i nostri sistemi locali.  È il momento di agire con consapevolezza e responsabilità, per garantire che il turismo continui a essere una fonte di arricchimento culturale e sviluppo economico senza diventare un peso per le generazioni future”, conclude Raffaele Rio.

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