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Il 70% dei giornalisti ambientali è vittima di attacchi e intimidazioni

Giornalisti ambientali: crescono gli attacchi in tutto il mondo
via depositphotos.com

44 giornalisti ambientali sono stati uccisi dal 2009 al 2023 in 15 paesi

Gli attacchi e le intimidazioni ai giornalisti ambientali sono sempre più frequenti in tutto il mondo e rappresentano un “rischio inaccettabile”. I responsabili sono identificati di rado e quasi mai puniti. E dietro gli attacchi, nella maggior parte dei casi, ci sono autorità statali. Lo afferma un rapporto dell’Unesco realizzato insieme alla Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ).

Sono almeno 749 i giornalisti e i mezzi di informazione che parlano di questioni ambientali e sono stati vittime di attacchi di varia natura in 89 paesi tra il 2009 e il 2023. Dati che l’Unesco deriva da un sondaggio condotto su 905 giornalisti ambientali da tutto il mondo: sono quindi oltre 7 su 10 i giornalisti interessati da episodi violenti o intimidatori a causa del loro lavoro su ambiente e clima.

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Con un aumento negli ultimi cinque anni. L’ultimo lustro conta oltre 300 attacchi, un’impennata del 42% rispetto ai 5 anni precedenti. Crescono sia gli attacchi fisici come aggressioni, arresti e molestie, sia le azioni legali per diffamazione e i procedimenti penali.

Chi c’è dietro questo aumento della pressione sui giornalisti ambientali? Soprattutto attori statali. Sono funzionari delle autorità pubbliche i responsabili di almeno la metà dei circa 750 episodi contati dall’Unesco. Gli attori privati, invece, sono responsabili di almeno un quarto dei casi. E anche nelle situazioni più gravi l’impunità regna. “Un totale di 44 giornalisti che si occupavano di questioni ambientali sono stati uccisi in 15 paesi diversi tra il 2009 e il 2023, con solo cinque casi sfociati in condanne”, si legge nel rapporto.

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Solo formalmente meno violenti sono gli episodi di attacchi legali. Almeno 204 giornalisti e testate che si occupano di questioni ambientali hanno subito attacchi di questo tipo negli ultimi 15 anni, calcola l’Unesco, e anche qui quasi la metà dei casi è riconducibile ad attori statali. Sempre nello stesso periodo sono stati almeno 194 i giornalisti attaccati durante proteste per l’ambiente. Qui il primato spetta all’Europa, seguita dal Nord America.

Quasi il 30% degli intervistati, infine, racconta di aver subito censure dal proprio editore mentre si occupava di questioni ambientali.

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