Oggi i paesi in via di sviluppo generano 2/3 delle emissioni globali legate a dispositivi e sistemi per raffrescare. Entro il 2050 raddoppieranno la loro domanda di raffrescamento per via di crescita demografica, espansione economica e urbanizzazione. Mettere questo sviluppo vertiginoso sui binari della climatizzazione sostenibile è possibile e conveniente.
È il messaggio al centro dell’ultimo rapporto dell’Unep, che l’Agenzia dell’Onu per la protezione ambientale dedica al nesso tra raffrescamento, domanda elettrica e crisi climatica. In “Cooler Finance: Mobilizing Investment for the Developing World’s Sustainable Cooling Needs”, preparato insieme alla Cool Coalition e all’International Finance Corporation (Ifc), l’Unep spiega quali sono i vantaggi della climatizzazione sostenibile e spiega come concretizzarli.
I vantaggi della climatizzazione sostenibile
L’aumento delle temperature, la crescita della popolazione urbana e i trend demografici mettono i paesi in via di sviluppo su una traiettoria in cui la domanda di raffrescamento crescerà in modo sensibile nei prossimi decenni. Questa fetta di mercato, calcola l’Unep, dovrebbe passare da 300 a 600 miliardi di dollari l’anno entro il 2050. In Africa il mercato si moltiplicherà di 7 volte, in Asia meridionale di 4 volte.
Il raffrescamento passivo può dimezzare le emissioni
Quali segmenti faranno da traino? Il grosso della crescita probabilmente sarà guidata dal raffrescamento attivo (ventilatori, condizionatori d’aria, apparecchiature di refrigerazione). Le misure di raffrescamento passivo rappresentano oggi solo il 10% del mercato delle soluzioni di cooling nei paesi in via di sviluppo. Ma il ruolo che potranno e dovranno svolgere in futuro è ben più ampio, enfatizza il rapporto.
Si tratta di disaccoppiare la domanda di raffrescamento e quella di elettricità. Le potenzialità, solo in questi paesi, sono enormi. Puntare sulle tecnologie di climatizzazione sostenibile potrebbe quasi dimezzare le emissioni generate entro il 2050.
Come? L’Unep raccomanda 3 azioni prioritarie:
- dare priorità a strategie di raffreddamento passive come isolamento, materiali riflettenti, miglioramento delle aree verdi e tecnologie a risparmio energetico,
- applicare standard minimi di prestazione energetica e nuovi codici energetici per gli edifici e una più rapida eliminazione graduale dei refrigeranti che riscaldano il clima,
- sviluppare un approccio sistemico alle catene del freddo e ai grandi servizi infrastrutturali di raffreddamento e incentivi per promuovere l’innovazione.
Passive cooling, i benefici per l’economia
Seguire questi suggerimenti potrebbe moltiplicare di un ordine di grandezza il vantaggio economico legato alla diffusione della climatizzazione sostenibile nei paesi in via di sviluppo. Da 600 miliardi di valore di mercato si potrebbe arrivare a circa 8.000 miliardi di valore creato, considerando tutti i possibili benefici collegati, calcola il rapporto.
In più, aumentare l’adozione del raffrescamento sostenibile nei paesi in via di sviluppo potrebbe tagliare le bollette. Di quanto? L’Unep stima 5.600 miliardi di dollari nei prossimi 25 anni. Ma anche alleggerire il volume di investimenti necessari per soddisfare la domanda di picco di elettrcità, con risparmi per 1.800 miliardi. E migliorare l’efficienza di sistemi e apparecchiature vale qualcosa come 800 miliardi.