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Batterie piombo-acido di scarto per trasformare CO2 in acido formico

Trasformare CO2 in acido formico, con le batterie piombo-acido di scarto
Crediti: università di Auckland

L’acido formico è un vettore energetico

(Rinnovabili.it) – Trasformare la CO2 in acido formico, un vettore energetico, grazie alle batterie piombo-acido a fine vita. Con una riduzione elettrochimica scalabile ed economicamente competitiva rispetto ai metodi alternativi. C’è riuscito un team di scienziati dell’università di Auckland, in Nuova Zelanda.

“Questa innovazione apre interessanti possibilità per le tecnologie a zero emissioni di carbonio”, spiega Ziyun Wang, tra i co-autori della ricerca pubblicata su Nature. “L’elettrolisi che riduce l’anidride carbonica in sostanze chimiche utili può contribuire a un futuro più sostenibile e a zero emissioni di carbonio”.

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La soluzione individuata dal gruppo di scienziati di Auckland cambia completamente strategia rispetto ai metodi impiegati convenzionalmente, che si basano tutti su condizioni alcaline e non acide. “Rimane difficile ottenere un processo efficace perché una conversione efficiente richiede tipicamente condizioni alcaline in cui la CO2 precipita come carbonato e questo limita l’utilizzo del carbonio e la stabilità del sistema”, spiegano gli autori.

La chiave è l’impiego di un catalizzatore differente, basato sulle batterie piombo-acido di scarto. Accoppiato a un sistema di membrane a scambio protonico (PEM). Facendo passare la CO2 attraverso la cella elettrochimica, l’anidride carbonica viene trasformata in acido formico. In fase di test, i ricercatori hanno dimostrato che il sistema mantiene un’efficienza elevata per almeno 5.200 ore.

Accoppiando la riduzione della CO2 con l’ossidazione dell’idrogeno, spiegano i ricercatori, si è riusciti a trasformare la CO2 in acido formico con un’efficienza di corrente superiore al 93%. Il sistema messo a punto può essere avviato e bloccato e ha circa il 91% di efficienza di conversione a passaggio singolo. “Ci aspettiamo che queste prestazioni eccezionali, rese possibili dall’uso di un catalizzatore robusto ed efficiente, di un’interfaccia trifase stabile e di una membrana durevole, contribuiranno a far avanzare lo sviluppo di tecnologie a zero emissioni di carbonio”, concludono i ricercatori.

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