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Da Tor Vergata il fotovoltaico in perovskite fresco di stampa

fotovoltaico in perovskite(Rinnovabili.it) – In principio fu la cella semplificata realizzata nei laboratori dell’Università di Oxford, ora a lavorare con il fotovoltaico in perovskite è l’Ateneo di Roma Tor Vergata, creatore del primo modulo ibrido al mondo, in scala reale, con questo cristallo dalle proprietà fotoassorbenti. Il merito va alla collaborazione tra il team della prof.ssa Silvia Licoccia del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche e quello del Polo Solare Organico-Regione Lazio (CHOSE), guidato dal prof. Aldo Di Carlo del Dipartimento di Ingegneria Elettronica, autori dell’articolo pubblicato sulla rivista “Physical Chemistry Chemical Physics”.

Gli scienziati sono riusciti per la prima volta a stampare i vari strati di materiali che compongono il modulo in perovskiti ibride organiche/inorganiche. “Le perovskiti sono dei composti con una struttura cristallina particolare che può ospitare molti elementi diversi e questa flessibilità le rende utilizzabili per una varietà di applicazioni“, spiega Licoccia.

 

perovskite_module_constructionNonostante questi nuovi materiali siano entrati da parecchio nell’occhio della ricerca energetica, per lungo tempo gli scienziati a livello mondiale non sono riusciti a scalare la tecnologia a dimensioni tali da poter essere considerata industrializzabile. Il lavoro dei ricercatori del CHOSE ha ora permesso di realizzare, attraverso il processo di stampa, un modulo reale di dimensioni  di oltre 20 cm2 dove le celle sono connesse tra di loro per aumentare la tensione prodotta. “Il fotovoltaico con Perovskiti ibride – spiega Di Carlo – rivoluzionerà  il modo con cui verranno prodotte celle e moduli fotovoltaici nei prossimi anni. Queste perovskiti ibride si presentano come degli inchiostri che possono essere facilmente depositati tramite le convenzionali tecniche di stampa. Dunque una tecnologia molto semplice che permetterà una sostanziale riduzione del costo dell’energia prodotta dal fotovoltaico”.

Attualmente il modulo realizzato ha un’efficienza di 5.1% ma il margine di miglioramento è notevole considerando che le celle di piccolissima area posso arrivare anche al 16% di efficienza e il traguardo del 20% non sembra molto lontano.

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