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L’Europa resta leader globale nelle tecnologie verdi e sostenibili

Tecnologie verdi: l’Europa è ancora leader globale
Foto di Dragos Gontariu su Unsplash

In UE brevettato il 22% delle tecnologie verdi a livello mondiale

L’Europa è ancora il centro propulsivo globale dell’innovazione nelle tecnologie verdi e sostenibili. Vengono finanziate, sviluppate e brevettate nel Vecchio Continente il 22% delle tecnologie pulite a livello mondiale. Con livelli anche superiori di eccellenza per quanto riguarda le soluzioni a basse emissioni di carbonio in ambito energetico, quelle per la mobilità e nel settore delle alternative sostenibili ai materiali plastici.

Uno scenario “confortante” in un contesto con “temperature record e di obiettivi di sviluppo sostenibile sempre più urgenti”, commenta António Campinos, presidente dell’Ufficio europeo dei brevetti (EPO), che insieme alla Banca europea degli investimenti (BEI) ha pubblicato di recente un rapporto sullo stato della corsa globale allo sviluppo di tecnologie verdi e sostenibili.

I paesi europei riescono a mantenere il primato rispetto ai principali concorrenti globali, anche se la Cina sta rapidamente recuperando terreno. L’UE e gli altri paesi europei che si appoggiano all’EPO rappresentano insieme quasi il 27% delle famiglie di brevetti internazionali sulle tecnologie verdi a livello globale per il periodo 2017-2021, davanti al Giappone (21%), agli Stati Uniti (20%) e alla Cina (15%).

Germania, Francia e Regno Unito sono i principali contributori europei. A livello globale, il Giappone, gli Stati Uniti e la Cina rimangono attori importanti, con Pechino che ha rapidamente sviluppato il suo settore delle tecnologie pulite negli ultimi anni e ha contribuito per il 70% della crescita dei brevetti nel periodo esaminato.

Tecnologie verdi, i punti deboli dell’innovazione UE

Ci sono però dei motivi di allarme. Il principale è il livello di investimenti in questi settori chiave per la transizione. “Nonostante il crescente appetito del mercato per le tecnologie pulite, esiste un significativo divario di finanziamenti tra gli innovatori delle tecnologie pulite dell’UE e degli Stati Uniti, sottolinea il rapporto di EIB e EPO.

Il gap è manifesto sia quando si guarda il livello medio degli investimenti che le aziende sono in grado di raccogliere, sia i livelli assoluti nei diversi stadi di sviluppo delle tecnologie verdi. “In definitiva, è più probabile che gli innovatori delle tecnologie pulite dell’UE dipendano da debiti di finanziamento per sviluppare le loro attività nel campo delle tecnologie pulite. Al contrario, negli Stati Uniti il capitale proprio svolge un ruolo importante come fonte supplementare di finanziamento esterno”, aggiunge il rapporto.

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