(Rinnovabili.it) – Le tecnologie digitali stanno rivoluzionando la vita delle persone, aprendo possibilità fino a ieri impensabili. Un trend accelerato dalla pandemia, quando le misure di distanziamento sociale, imposte in molti Paesi, hanno inevitabilmente dato una generosa spinta al mercato dell’Information & Communications Technology (ICT). Ma anche prima della crisi del COVID-19, la digitalizzazione si era imposta a livello globale come un’opportunità per stimolare l’innovazione, la produttività e la crescita economica. Un approccio capace di consentire nuove forme di trasparenza, collaborazione e controllo. Aprire nuove possibilità per la politica ambientale e trasformare creativamente la cultura della comunicazione.
Non solo. L’analisi dei dati, i dispositivi in rete, i sensori e altre soluzioni digitali stanno cambiando anche il modo in cui l’energia viene prodotta e consumata. E di conseguenza stanno fornendo nuove opportunità per ridurre le emissioni di gas serra. Non è un caso che l’Unione europea abbia intrecciato la transizione ecologica alla sua nuova strategia digitale. L’obiettivo è impiegare la tecnologia per aiutare il Vecchio Continente a diventare climaticamente neutro entro il 2050.
“Le tecnologie digitali stanno trasformando il volto dell’industria e il modo di fare affari”, scrive la Commissione europea nel documento sulla strategia industriale. “Consentono di creare nuovi modelli di business, accrescono la produttività delle imprese, permettono ai lavoratori di acquisire nuove competenze e sostengono la decarbonizzazione della nostra economia. Il settore digitale darà il suo contributo anche al Green Deal europeo, sia come fonte di soluzioni tecnologiche pulite sia riducendo la propria impronta di carbonio”.
A patto ovviamente che le nuove tecnologie siano specificamente progettate e utilizzate in modo tale da fornire un impulso positivo ai cambiamenti socio-culturali ed ecologici.
Digitalizzazione e sostenibilità, binomio inscindibile
Ma in che misura la rivoluzione 4.0 può ridurre le emissioni climalteranti e in quali settori dobbiamo aspettarci i risultati più interessanti?
Per rispondere c’è chi ha voluto valutare da vicino il ruolo della digitalizzazione nella decarbonizzazione delle imprese. Parliamo di Schneider Electric, multinazionale attiva nella trasformazione digitale dell’energia e dell’automazione. Insieme all’agenzia CNBC Catalyst, la società ha lanciato un report che mostra come le soluzioni digitali siano già oggi la chiave della trasformazione sostenibile del business. Anche quando si tratta di settori complessi e differenti, dal real estate ai trasporti, dall’informatica alla distribuzione elettrica.
Il documento illustra alcuni casi studio in cui le nuove tecnologie intelligenti hanno prodotto risultati concreti, non solo sotto il profilo delle emissioni, ma anche dal punto di vista della sostenibilità aziendale. Casi in cui la scienza dei dati, l’intelligenza artificiale (AI) e la connettivitàe hanno innescato un cambiamento radicale nell’uso e nella produzione dell’energia, nel consumo di risorse, nell’efficienza della catena di approvvigionamento e nella progettazione di edifici e impianti.
Nel dettaglio gli autori hanno raccolto l’esperienza di otto realtà differenti quali Swire Properties, Equinix, IBM, IHG Hotels & Resorts, Jacobs, Singapore Management University, Tata Power e l’Università di Oxford. Perché si tratta di casi studio interessanti? Perché ognuno di loro costituisce esperienze di successo in cui digitalizzazione e transizione ecologica sono state integrate in un approccio d’insieme.
Negli ultimi anni la sostenibilità è entrata a far parte delle strategie aziendali di sviluppo e non più solo come buon proposito o contributo volontario dei team dirigenziali. Oggi questo tema è profondamente connesso alla competitività economica, si affida ad obiettivi chiari e definiti in maniera scientifica, ed è diventato un’esigenza irrinunciabile per investitori, clienti e dipendenti.
E’ qui che entra in campo la tecnologia, come strumento per misurare i progressi e trasformare la sostenibilità in un vantaggio sul mercato. Al livello più elementare, le soluzioni digitali posso semplicemente facilitare ed ottimizzare processi aziendali, come la pianificazione e il monitoraggio delle operazioni industriali tramite software specializzato come il MES – Manufacturing Execution System. Ma basta aprire la porta ad elementi più sofisticati per avere nuove applicazioni e migliori risultati. Si tratta nella maggior parte dei casi di tecnologie esistenti e già collaudate come il Machine Learning, la blockchain e la modellazione 3D, ma in grado di agire in maniera immediata anche sulle emissioni di CO2.
Lo mostra esempio IBM, che attraverso l’implementazione di AI e soluzioni basate sulla blockchain, sta rendendo più trasparente la sua supply chain e riducendo le emissioni. Ma si parla anche della società di ingegneria Jacobs che, attraverso l’analisi dei big data e l’apprendimento automatico, supporta i propri clienti nel prendere decisioni maggiormente orientate alla sostenibilità. O ancora di IHG Hotels & Resorts, catena multinazionale di alberghi, che aiuta i suoi partner in franchising a misurare e gestire il proprio impatto ambientale usando un’innovativa piattaforma online. E di Tata Power che, tramite il monitoraggio e la gestione in remoto degli impianti fotovoltaici domestici, oggi permette i suoi clienti in 90 città indiane, di ottenere il massimo dalla produzione solare.
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Swire Properties, il caso studio
Tra i risultati più interessanti quelli registrati nel settore real estate. Il documento riporta il caso studio di Swire Properties, un importante costruttore e gestore immobiliare di Hong Kong, con un portafoglio di immobili da 2 milioni di metri quadri. Nel 2019 la società ha deciso di integrare nella sua strategia di sviluppo precisi obiettivi di decarbonizzazione, aderendo all’iniziativa Science Based Targets. E solo due anni dopo ha aumentato l’ambizione, allineando l’impegno al più rigoroso dei target climatici dell’Accordo di Parigi.
Oggi Swire Proprieties mira a ridurre le emissioni (Scope 1 e 2) del 50% entro il 2030. Con un obiettivo di neutralità climatica fissato al 2050.
Il primo passo compiuto in questa direzione è stato cercare di aumentare l’uso delle fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica di strutture e operazioni, investendo in nuove tecnologie digitali. L’azienda ha adottato soluzioni innovative come sistemi di illuminazione intelligente, impianti per il recupero dell’acqua piovana, generatori alimentati da biodiesel prodotto a partire dai rifiuti alimentari degli stessi inquilini, pannelli fotovoltaici.
L’elemento chiave di questo percorso è rappresentato dalla piattaforma Smart Energy Management di Swire, sviluppata in collaborazione con Schneider Electric. La piattaforma, basata sul cloud, permette di avere “sott’occhio” l’intero portafoglio immobiliare, fornendo in tempo reale dati sul consumo energetico, rivelando eventuali problemi ed evidenziando possibili fonti di risparmio. Parliamo di oltre 4 milioni di dati energetici ed operativi analizzati quotidianamente. Una mole gigantesca di dati, che richiede necessariamente un sistema di monitoraggio d’alta qualità ritagliato sulle esigenze dell’utente.
L’innovazione digitale ha permesso fino ad oggi alla società di tagliare del 19% le emissioni di gas serra complessive generate dalle sue proprietà. Ma migliorare le prestazioni e l’efficienza energetica significa anche aumentare il valore degli immobili, renderli più competitivi sul mercato e migliorarne il comfort.
“I progetti di edifici esaminati in questo studio evidenziano chiaramente come il digitale offra una piattaforma per incrementare la sostenibilità, la resilienza, l’efficienza e la focalizzazione sulle persone, valori essenziali per creare ambienti in cui il benessere e la produttività vadano di pari passo, anche quando cambiano gli scenari”, commenta Saul Fava, Vice-Presidente Digital Energy di Schneider Electric. “La sfida della decarbonizzazione è oggi un vero mantra nel settore real estate. Noi crediamo che si possa vincere industrializzando l’approccio alla sostenibilità: è necessario portare a livello di filiera strumenti e soluzioni che moltiplichino l’impatto, a tutti i livelli. Lo facciamo verso studi di progettazione, impiantisti, system integrator e utenti finali che raggiungiamo anche tramite reti come REbuilding network o Theatro. Riguardo al real estate, è importante sensibilizzare sviluppatori e advisor per fare sì che le prestazioni dell’edificio nel suo ciclo di vita siano un obiettivo chiaro ed esplicito dei progetti immobiliari: si tratta di operazioni finanziarie molto rilevanti, che oggi trovano nell’avvento dei fondi di investimento ESG, che mettono al centro il tema della sostenibilità, uno stimolo molto importante per adottare le tecnologie con cui raggiungere in concreto gli obiettivi di decarbonizzazione” continua Fava.
“Qui in Italia, vediamo queste tendenze all’opera in numerosi progetti di cui siano partner. Penso a Federated Innovation, alleanza nata in MIND – Milano Innovation District – legata alla riqualificazione ad impatto zero dell’area ex-Expo, di cui siamo partner fondatori; ma anche al progetto MoLeCoLa, che ha vinto il bando “Reinventing Cities” per la riqualificazione del Nodo Bovisa di Milano, nel quale siamo coinvolti per le soluzioni smart building e smart city: qui abbiamo contribuito a ridurre l’impronta di carbonio con le nostre soluzioni digitali per la gestione dell’energia. Sono iniziative che possono catalizzare enormi opportunità di crescita sociale ed economica, in cui metteremo alla prova le nostre tecnologie e competenze legate alla visione che abbiamo per gli edifici del futuro, che saranno sempre più sostenibili, iper-efficienti, resilienti e incentrati sulle persone”.
In collaborazione con Schneider Electric